Gli incendi boschivi aumenteranno, e il mondo non è pronto

 

Negli ultimi anni, gli incendi boschivi sono diventati una minaccia globale. Quelli che hanno recentemente devastato la contea di Los Angeles sono solo l’ultimo esempio di un fenomeno che intreccia cambiamento climatico, gestione del territorio ed espansione urbana. Il risultato è un aumento esponenziale dei rischi legati al fuoco, che non risparmia ecosistemi, comunità e infrastrutture.

Il cambiamento climatico è il grande acceleratore di questa crisi. L’aumento delle temperature globali, le siccità prolungate e le variazioni meteorologiche stanno creando le condizioni ideali per la propagazione del fuoco. Uno studio dal titolo “Global and regional trends and drivers of fire under climate change” ha rivelato che la stagione media degli incendi boschivi si è allungata di quasi il 20% dagli anni ’70. Questo fenomeno è dovuto principalmente all’innalzamento delle temperature e alla crescente aridità, che trasformano foreste e praterie in vere e proprie polveriere. La seguente immagine mostra in quali zone del Pianeta è stata registrata una maggiore durata media della stagione degli incendi nel periodo di riferimento 1979-2019.

Stagione incendi boschivi

Questa tendenza non si limita alle regioni tropicali, dove gli incendi sono tradizionalmente più frequenti. Secondo la ricerca “Global rise in forest fire emissions linked to climate change in the extratropics”, pubblicata su Science, anche le zone extra-tropicali stanno registrando un aumento significativo dell’attività incendiaria. In alcune foreste boreali settentrionali, le emissioni di CO2 legate agli incendi boschivi sono quasi triplicate dal 2001, mentre a livello globale sono cresciute del 60% nello stesso periodo. Un fattore che crea un circolo vizioso in cui la crisi climatica amplifica la frequenza e l’intensità degli incendi, che a loro volta contribuiscono al riscaldamento del Pianeta.

Ma gli incendi boschivi non rappresentano solo una minaccia immediata per le vite umane e le proprietà. Le loro conseguenze ambientali sono infatti profonde e durature: distruggono interi ecosistemi, mettendo a rischio la biodiversità e compromettendo i servizi ecosistemici essenziali, come la purificazione dell’aria e dell’acqua. Inoltre, la perdita di vegetazione riduce la capacità degli ecosistemi di assorbire anidride carbonica, aggravando ulteriormente la crisi climatica.

A questo scenario già critico si aggiunge il fenomeno dell’espansione urbana, che porta sempre più persone a vivere in aree ad alto rischio di incendi. Tornando alla California, tra il 1990 e il 2020, il numero di abitazioni costruite in zone vulnerabili agli incendi è aumentato del 40%, mentre nelle aree urbane meno esposte la crescita è stata “solo” del 23%. Questi insediamenti si trovano spesso ai margini delle città, in territori che si sovrappongono a foreste, praterie e terreni arbustivi, aumentando il rischio di incendi catastrofici. Un esempio emblematico è quello di Pacific Palisades, a Los Angeles. Molte delle abitazioni in questa zona hanno tra i 40 e i 100 anni e si trovano in un’area che brucia frequentemente. In passato, il rischio era mitigato dal pascolo del bestiame, che teneva sotto controllo l’accumulo di arbusti e vegetazione infiammabile. Tuttavia, negli ultimi decenni, parte di queste terre è stata trasformata in parchi e aree di conservazione, favorendo la crescita di una vegetazione più densa e infiammabile.

In sostanza, il quadro che emerge è quello di una crisi permanente. Il cambiamento climatico e l’espansione urbana stanno trasformando gli incendi boschivi in una minaccia sistemica, con implicazioni che vanno ben oltre il danno immediato. Affrontare questa emergenza richiede interventi rapidi e coordinati: dalla gestione del territorio alla riduzione delle emissioni globali, fino alla promozione di politiche di adattamento che proteggano sia gli ecosistemi sia le comunità. Il prezzo dell’inazione è un Pianeta sempre più fragile e infiammabile, dove la convivenza con il fuoco rischia di diventare una condizione permanente.

 

articolo pubblicato su futuranetwork.eu

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