Mi chiamo Ivan Manzo e mi occupo di crisi climatica, perdita di biodiversità, inquinamento, tipping points, sviluppo sostenibile, e tanto altro.
Sono un economista ambientale di formazione (università di Siena) e ho sempre avuto un forte interesse per le molteplici crisi ambientali, in particolare quando si intrecciano con un mondo dell’economia da tempo allo sbando.
Attualmente lavoro per l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) – faccio cose, vedo gente, scrivo articoli, partecipo alle attività dell’ufficio stampa e sono referente del Gruppo di Lavoro sui Goal 6 (acqua), 14 (biodiversità marina) e 15 (biodiversità terrestre) dell’Agenda 2030 -, e collaboro con una serie di testate tra cui QualEnergia, L’Ecofuturo Magazine e Giornalisti nell’Erba (che mi ha introdotto nel mondo del giornalismo scientifico).
Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento, ma voglio essere sincero, ne vedo davvero poca in giro.
Il mio motto è sempre lo stesso: “la sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future“. Una sfida enorme, soprattutto nell’epoca dell’antropocene, che proverò a raccontare attraverso questo sito, una sorta di grande raccoglitore di quel che combino in giro, per il web, e non solo.
Sono nato nel 1986, quando la concentrazione di CO2 in atmosfera, misura che fornisce il polso della situazione climatica, faceva registrare le 347 parti per milione (ppm), nel 1995, anno della prima Conferenza Onu sul cambiamento climatico eravamo a 360 ppm, oggi il dato si attesta intorno alle 422 ppm superando di gran lunga la soglia di sicurezza per evitare lo stravolgimento del sistema climatico posta dalla comunità scientifica a 350 ppm.