Sarà a Spoleto il “Linc” tra comunità, scuole e cultura

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Un filo che diventa rete, è questo il motto dell’associazione “il Filo rosso”, nata a Spoleto nell’ottobre del 2021 e oggi capofila del nuovo progetto “Linc – Tutto è connesso”, un percorso che intreccia educazione, sostenibilità e comunità ispirandosi all’enciclica “Laudato Sì” di Papa Francesco e all’Agenda 2030 dell’Onu.

Il nostro lavoro parte sempre dalla relazione, la persona con se stessa, con l’ambiente, con gli altri – ci ha raccontato Elisa Ranucci, presidente de il Filo rosso -. Da qui nasce Linc, che mette in dialogo esperienze educative e comunitarie già attive con un nuovo format capace di coinvolgere scuole, famiglie e cittadini”. Il progetto Linc, che prenderà il via ufficialmente nel 2026, si fonda su tre pilastri.

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Il primo è il cammino esperienziale che conduce lungo il “giro dei condotti” fino al Ponte delle Torri e al centro storico di Spoleto. “Si tratta di un percorso che unisce natura, spiritualità e cultura. Durante il tragitto studenti e studentesse, ragazzi e ragazze, insieme ai visitatori, rifletteranno su temi ambientali e sociali, trasformando l’esperienza in un viaggio interiore e collettivo, con tappe dedicate ad alcuni Obiettivi dell’Agenda 2030 e a passi della Laudato Sì”, ha continuato Ranucci. Il ponte come un simbolo di passaggio, dalla dimensione interiore alla relazione con gli altri e con la città. La tappa conclusiva sarà invece quella della scrittura di una lettera personale, “un gesto semplice ma potente per restituire l’esperienza vissuta”.

Il secondo pilastro è la comunità, con percorsi educativi nelle scuole dedicati all’ecologia integrale e incontri pubblici con esperte ed esperti. Obiettivo è creare consapevolezza e senso di appartenenza, “perché non parliamo solo di ecologia ambientale ma anche di ecologia umana e sociale: tutto è connesso, tutto è relazione”.

Il terzo pilastro è l’evento annuale, previsto ogni ottobre: non un semplice appuntamento celebrativo ma un momento di sintesi del lavoro svolto lungo l’intero anno, un’azione pensata per raccogliere e rilanciare l’iniziativa.

Le spalle di questo progetto che guarda al futuro sono ben solide. Ci sono infatti quattro anni di attività intense, organizzate attraverso tre linee di lavoro costruite dal Filo rosso, chiamate “Botteghe”. “In questi anni la Bottega d’animazione ha coinvolto le scuole superiori con progetti di formazione sulle competenze per la vita, l’intelligenza emotiva e la cittadinanza attiva – ha sottolineato Ranucci -. Abbiamo lavorato con centinaia di studenti a Spoleto, Foligno e Cascia. Li abbiamo accompagnati a progettare azioni concrete sul territorio, dalla riqualificazione di spazi urbani all’organizzazione di eventi aperti alla cittadinanza, perché ragazzi e ragazze diventassero protagonisti e non spettatori, capaci di incidere sulla realtà con idee e responsabilità”. Molti studenti e studentesse hanno scelto di proseguire nel percorso entrando a far parte di un gruppo di animatori attivo sul territorio, un’esperienza che unisce formazione, volontariato e crescita personale.

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La Bottega d’arte, invece, ha dato spazio ai talenti giovanili attraverso mostre ed eventi tematici, mettendo in dialogo studenti e artisti professionisti su temi cruciali come i diritti delle donnela memorial’inclusione, in modo da trasmettere alle ragazze e ai ragazzi la fiducia nelle proprie capacità e la possibilità di investire nei talenti e nelle passioni. “Per due anni abbiamo gestito anche uno spazio espositivo dedicato ai giovani emergenti, un luogo dove respirare creatività e prossimità”.

La terza esperienza, la Bottega dei cammini, è nata nel 2022 in collaborazione con il Parco culturale ecclesiale “Terre di Pietre d’Acqua”. Qui i cammini sul territorio sono stati interpretati come un’esperienza introspettiva e comunitaria, come un’occasione di riflessione personale e di conoscenza del territorio e della sua società.

Grazie a queste esperienze abbiamo costruito una rete di relazioni con enti, scuole e istituzioni locali. È proprio da questo terreno fertile, fatto di tanti ricordi ed esperienze formative, che nasce l’idea di Linc. Mi viene in mente quando ragazzi e ragazze hanno creato attività e riqualificato gli spazi urbani per restituirli alla comunità, quando i giovani artisti hanno dialogato con scrittori e musicisti, quando studenti e studentesse hanno camminato insieme riflettendo sul proprio futuro. Con il Filo rosso abbiamo visto concretamente cosa significa cittadinanza attiva e protagonismo giovanile. Ecco perché vogliamo che Linc diventi un format identitario per Spoleto e per l’Umbria. Un percorso che unisce natura, educazione e comunità, capace di crescere nel tempo e di offrire nuove possibilità alle giovani generazioni”, ha concluso Ranucci, riprendendo il pensiero di Papa Francesco e della sua Laudato Si’.

 

articolo pubblicato su asvis.it

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