Ogni giorno tre notizie riportate dalla stampa estera sulla crisi climatica sono riassunte – con l’aiuto dell’IA – in questa sezione.
(link archivio febbraio-luglio 2025)
24 settembre 2025
1. Trump all’ONU nega la crisi climatica: scontro con i Paesi vulnerabili e tensioni internazionali
All’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Donald Trump ha scatenato una nuova ondata di polemiche internazionali definendo la crisi climatica “la più grande truffa di sempre”. Nel suo intervento, il presidente statunitense ha attaccato le politiche verdi, accusando gli scienziati sul clima di essere stupidi, e ha messo in discussione la necessità di ridurre le emissioni.
Le sue dichiarazioni hanno sollevato dure reazioni soprattutto da parte dei Paesi più vulnerabili. I rappresentanti di Stati insulari come Palau e di nazioni africane come il Malawi hanno parlato di “tradimento”, sottolineando che per milioni di persone la crisi climatica non è un dibattito ideologico ma una questione di sopravvivenza quotidiana, fatta di raccolti perduti, carestie e comunità costrette a spostarsi.
Trump ha inoltre rivolto un attacco diretto all’Europa e ai partenariati multilaterali sul clima, sostenendo che le politiche di decarbonizzazione “impongono un costo economico insostenibile” e rappresentano un ostacolo alla crescita. Le sue parole hanno riacceso il dibattito sul ruolo degli Stati Uniti nei negoziati globali in vista della COP30, con la comunità internazionale divisa tra chi teme un arretramento nella cooperazione e chi intravede, invece, un’occasione per riaffermare l’urgenza di azioni condivise. Al Jazeera
2. Geologia ostacola le speranze di sfruttare nuove riserve nel Mare del Nord
Secondo un’analisi del Guardian, le prospettive di aumentare la produzione di petrolio e gas nel Mare del Nord sono fortemente compromesse dalla geologia: i giacimenti residui sono più piccoli, remoti e tecnicamente difficili da perforare. Ciò indica che, anche con politiche favorevoli, l’aumento della produzione potrebbe essere limitato dalla natura stessa del sottosuolo. The Guardian
3. Come la rete elettrica trascurata della Grecia alimenta la distruzione da incendi
Un’inchiesta di Reuters evidenzia che le carenze strutturali nella rete elettrica greca — in particolare la scarsa manutenzione durante la crisi economica — hanno amplificato gli incendi estivi. Le linee elettriche obsolete e vulnerabili sono state spesso fonti d’innesco nei boschi secchi, trasformando incendi controllabili in catastrofi. Reuters
23 settembre 2025
1. Ghiacciaio Gries (Svizzera) fonde a un ritmo allarmante
Il ghiacciaio Gries nel Canton Vallese, una volta lungo 5,4 km, si sta ritirando rapidamente a causa del cambiamento climatico. In particolare, tra il 2000 e il 2023 ha perso 800 metri in lunghezza, e nell’anno fino a settembre 2025 lo spessore del ghiaccio è diminuito di sei metri. Secchi periodi nel 2022-2023 e un’estate eccezionalmente calda nel 2025 vengono indicati come fattori chiave. Se le condizioni non cambiano, le parti più basse del ghiacciaio potrebbero scomparire entro 5 anni, mentre quelle più alte entro 40-50 anni. Reuters
2. ONU: le promesse climatiche diventino azioni concrete
Al Climate Week di New York, il capo dell’ONU per il clima, Simon Stiell, ha sollecitato i leader globali a trasformare promesse e obiettivi ambientali in politiche reali. Pur riconoscendo che gli investimenti in energia pulita hanno raggiunto i 2.000 miliardi di dollari lo scorso anno e che vi è stato un incremento degli impegni nazionali, ha evidenziato che i benefici della transizione verde restano diseguali. Ha inoltre richiamato l’attenzione sulla necessità che grandi economie presentino contributi climatici più ambiziosi in vista del COP30. Reuters
3. Cina usa pannelli solari per fermare l’avanzata del deserto
Nella regione nord-occidentale di Ningxia (Cina), un impianto da 1 GW di “agrivoltaico” combina produzione solare con coltivazioni sotto i pannelli, per contrastare la desertificazione. Il progetto è parte del programma cinese “Three Norths”, che mira a ripristinare terre aride e controllare la sabbia nel deserto. Tra il 2025 e il 2030 la Cina prevede di installare 253 GW di solare con criteri simili, contribuendo a riqualificare circa 7.000 km² di territorio. Reuters
22 settembre 2025
1. Rotta artica per il commercio Cina-Europa
La compagnia di navigazione cinese Sea Legend inaugurerà nei prossimi giorni una nuova rotta diretta via mare artico tra Ningbo Zhoushan, in Cina, e Felixstowe, nel Regno Unito. Il percorso, reso possibile dalla rapida fusione dei ghiacci polari, ridurrà i tempi di trasporto da circa 40 a 18 giorni. La scelta di utilizzare la North Sea Route riflette l’interesse crescente per le rotte polari, che offrono risparmi sui costi ma sollevano preoccupazioni ambientali per i rischi agli ecosistemi artici. Reuters
2. Acquisizione canadese nelle rinnovabili australiane
Il fondo pensione canadese La Caisse ha annunciato l’acquisto di Edify Energy, società australiana specializzata in energia solare e sistemi di accumulo, per un valore di 724 milioni di dollari. L’operazione comprende impianti fotovoltaici e batterie che forniranno energia pulita a clienti industriali di primo piano e a programmi governativi. Reuters
3. Rallenta l’espansione del nucleare dopo il record 2024
Il World Nuclear Industry Status Report evidenzia che la produzione globale di energia nucleare ha raggiunto un massimo storico nel 2024, trainata soprattutto dalla Cina, con 2.677 terawattora generati. Tuttavia, le prospettive future appaiono incerte: numerosi impianti stanno invecchiando, i costi dei nuovi progetti restano elevati e i ritardi nelle costruzioni si moltiplicano. A questo si aggiunge la crescente competitività delle rinnovabili, sempre più integrate con sistemi di stoccaggio su larga scala, che rischiano di ridimensionare il ruolo del nucleare nella transizione energetica. Reuters
21 settembre 2025
1. Iran: siccità estrema, scarsità d’acqua e richiesta di cambiamento
In Iran la combinazione di cambiamenti climatici, sanzioni, estrazione eccessiva di acqua e negligenza governativa ha generato una crisi idrica profonda. Negli ultimi cinque anni le precipitazioni sono diminuite di circa il 30% e la temperatura è aumentata di 1,8°C. Il vicepresidente iraniano, capo dell’Agenzia per la protezione ambientale, ha dichiarato che il Paese è nel quinto anno consecutivo di siccità grave, con effetti devastanti su agricoltura, approvvigionamento idrico e vita quotidiana. The Guardian
2. Climate Week a New York: grande affluenza nonostante ostacoli politici
La Climate Week di New York, che si tiene durante l’Assemblea Generale ONU, è attesa come la più partecipata di sempre, con oltre 1.000 eventi in programma e un numero record di aziende coinvolte. E ciò, nonostante il contesto politico statunitense degli ultimi tempi – con rollback normativi sull’ambiente – che continua a generare critiche, specialmente da ONG e ambientalisti, che vedono le iniziative private come compensative ma non sufficienti. Paesi come Brasile e Cina sono visti come attori che potrebbero alzare il livello d’impegno. Reuters
3. Proteste globali contro le istituzioni finanziarie “profittatrici della crisi climatica”
Migliaia di persone hanno partecipato a manifestazioni a New York e in altre città del mondo, in concomitanza con la Climate Week e l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Le proteste hanno puntato il dito contro banche, fondi d’investimento e miliardari, accusati di trarre profitto dal cambiamento climatico e dalla lentezza delle politiche verdi. Tra le rivendicazioni: maggiore trasparenza, impegni reali per la giustizia climatica, azioni concrete piuttosto che discorsi. AP News
20 settembre 2025
1. Nazioni Unite: timido ottimismo sullo stato della transizione verde
Simon Stiell, responsabile per il clima all’ONU, ha dichiarato che, nonostante gli impegni nazionali attuali (NDCs) restino insufficienti per limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C come previsto dall’Accordo di Parigi, vi sono segnali incoraggianti nella transizione verso l’energia pulita. Ha sottolineato i successi della Cina nell’espansione delle energie rinnovabili e dei veicoli elettrici come esempi da seguire. Ha anche messo in guardia contro il rischio che l’Unione Europea (UE), gli Stati Uniti, la Russia e Arabia Saudita non rispettino i loro target climatici. The Guardian
2. Il Brasile primo tra i paesi a investire nel Fondo globale per le foreste tropicali
Fonti Reuters riportano che il Brasile ha deciso di essere il primo paese a versare fondi nel Tropical Forests Forever Facility (TFFF), un fondo multilaterale pensato per sostenere la conservazione delle foreste tropicali a livello globale. Il presidente Lula Silva intende annunciare l’impegno a New York e spera che la mossa stimoli altri Stati, ricchi e in via di sviluppo, a partecipare. Reuters
3. Sciopero a Belém rallenta i preparativi per la COP30
A Belém, in Brasile, uno sciopero dei lavoratori edili sta causando ritardi nei lavori di costruzione delle strutture che ospiteranno la COP30, fra cui il “Leaders’ Village”, il complesso destinato ai capi di stato. Circa il 60% di una sezione del complesso è bloccato, e altre parti sono temporaneamente ferme. L’agitazione si aggiunge alle sfide già esistenti riguardo i costi elevati degli hotel e la carenza di alloggi, che rischiano di limitare la partecipazione soprattutto delle delegazioni più piccole e delle organizzazioni della società civile. Reuters
19 settembre 2025
1. Le politiche di Trump minacciano i posti di lavoro nel settore delle energie pulite negli USA
Uno studio recente avverte che le iniziative dell’amministrazione Trump per limitare incentivi e regolamentazioni a favore delle energie rinnovabili stanno mettendo a rischio la crescita occupazionale in questo settore. Nel 2024, le industrie pulite hanno creato 100.000 nuovi posti di lavoro, crescendo del 2,8% rispetto all’anno precedente, superando di tre volte la crescita media dell’occupazione nazionale. Tuttavia, le politiche federali in corso rischiano di rallentare questo trend. Reuters
2. L’ONU aumenta il supporto finanziario per i Paesi poveri che parteciperanno alla COP30
A fronte dei costi esorbitanti degli alloggi a Belém (Brasile), città ospitante della COP30, l’ONU ha deciso di alzare il contributo giornaliero per le delegazioni dei Paesi a basso reddito (ed ha aumentato l’indennità per i loro delegati) per agevolarne la partecipazione. Reuters
3. Le inondazioni in Pakistan generano una “crisi di giustizia”
In Pakistan le recenti inondazioni, causate da monsoni eccezionalmente forti e piogge torrenziali, hanno provocato più di mille morti e due milioni di sfollati: il ministro per il cambiamento climatico del paese ha definito la situazione una “crisi di giustizia”, sottolineando che pur essendo fra le nazioni più vulnerabili al clima, il contributo del Pakistan alle emissioni globali è meno dell’1 %. Al Jazeera
18 settembre 2025
1. Solo un terzo dei bacini fluviali mondiali ha avuto condizioni idrologiche normali nel 2024
Secondo il rapporto State of Global Water Resources del World Meteorological Organization (WMO), nel 2024 solo circa un terzo dei bacini fluviali del mondo ha sperimentato condizioni “normali”. Il resto è stato soggetto a eventi estremi: in molte aree sia la siccità che le inondazioni si sono manifestate, spesso nella stessa regione. Il rapporto denuncia che questi “sbalzi” idrici stanno già avendo pesanti ricadute sull’agricoltura, sulla sicurezza alimentare e sulle economie locali, oltre a spingere fenomeni migratori. The Guardian
2. Le emissioni del settore elettrico in India in calo per la seconda volta in quasi cinquant’anni
Il settore elettrico indiano ha registrato una riduzione delle emissioni di CO₂ dell’1% nella prima metà del 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, grazie all’aumento della capacità da fonti rinnovabili e a una domanda elettrica più bassa. Secondo un’analisi del think-tank CREA per Carbon Brief, il calo è dovuto per il 65% al rallentamento della crescita della domanda, per il 20% all’espansione delle energie pulite, e per il 15% a maggior produzione idroelettrica. L’India ha aggiunto nei sei mesi iniziali dell’anno 25,1 GW di capacità rinnovabile, pari a quasi 50 TWh annui. Reuters
3. L’Unione Europea non invierà i nuovi target climatici all’ONU entro la scadenza
A causa di divergenze tra Stati membri su quanto ambiziosi debbano essere i target per il 2035 e 2040, l’UE mancherà la scadenza ONU di fine settembre per la presentazione dei nuovi impegni climatici. Alcuni governi mettono in dubbio la fattibilità della proposta di taglio del 90% delle emissioni nette entro il 2040. Mentre si valuta una dichiarazione di intenti per riduzioni al 2035. La decisione finale è stata rimandata al vertice di ottobre. Reuters
17 settembre 2025
1. I cambiamenti climatici hanno causato due terzi delle morti per calore in Europa quest’estate
Un’analisi preliminare condotta su 854 città europee stima che circa 16.500 delle 24.400 morti per il caldo durante l’estate 2025 sono attribuibili al riscaldamento globale prodotto dall’uomo. Lo studio rileva che le temperature medie nelle città coinvolte sono aumentate di circa 2,2 °C rispetto a quelle che sarebbero state in un mondo senza emissioni antropiche. I più vulnerabili, come gli anziani (l’85% delle vittime aveva più di 65 anni), sono stati i più colpiti. The Guardian
2. Spagna registra l’estate più calda mai registrata secondo AEMET
L’AEMET, l’agenzia meteorologica spagnola, ha confermato che l’estate 2025 è la più calda mai documentata in Spagna: le temperature medie sono risultate circa 2,1 °C sopra la media del periodo 1991-2020. L’estate è stata segnata da molteplici ondate di calore – oltre 36 giorni di caldo intenso – e incendi aggravati dal clima. Regioni meridionali hanno affrontato temperature oltre i 45°C. Reuters
3. Perdita economica per il caldo in Bangladesh: quasi 1,8 miliardi USD
Un rapporto della Banca Mondiale stima che nel 2024 il Bangladesh abbia subito perdite economiche pari a 1,78 miliardi di dollari (circa lo 0,4% del suo PIL) a causa dell’aumento delle temperature. Le ondate di caldo hanno causato problemi sanitari, con impatti sproporzionati su donne e anziani, oltre a comportare 25 milioni di giornate lavorative perse. Reuters
16 settembre 2025
1. IEA: tassi di declino nella produzione petrolifera e del gas stanno accelerando
L’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) ha lanciato un nuovo allarme: i giacimenti di petrolio e gas stanno registrando un declino produttivo più rapido del previsto. Secondo l’analisi condotta su oltre 15.000 giacimenti nel mondo, la produzione di petrolio convenzionale cala oggi del 5,6% l’anno dopo il picco, mentre quella di gas convenzionale scende del 6,8% l’anno. Una parte significativa delle riserve mondiali si trova ormai in fase avanzata di declino: circa l’80% per il petrolio e il 90% per il gas. Per compensare queste perdite, le compagnie devono destinare quasi il 90% degli investimenti upstream non a espandere l’offerta, ma semplicemente a mantenere i livelli attuali. In assenza di tali investimenti, ogni anno si rischierebbe di perdere una quantità di petrolio pari alla produzione combinata di Paesi come Brasile e Norvegia. La situazione mette i governi di fronte a un dilemma: continuare a sostenere il settore fossile, con il rischio di creare futuri “stranded assets” se la domanda cala, oppure accelerare la diversificazione verso le rinnovabili. Per la IEA, questi dati confermano che il nodo non è solo ridurre la domanda di combustibili fossili, ma anche gestire in modo ordinato il declino naturale delle forniture, per evitare shock economici e sociali durante la transizione energetica. Reuters
2. UE rischia di non rispettare la scadenza ONU per i nuovi obiettivi sul clima
Un documento preliminare mostra che l’Unione Europea probabilmente non sarà in grado di inviare in tempo i suoi target climatici aggiornati per il 2035, fissati per questo mese dalla UNFCCC, a causa di disaccordi interni. Alcuni Stati sono favorevoli a impegni ambiziosi, altri preferirebbero obiettivi più modesti, e la questione del target 2040 (riduzione del 90% delle emissioni nette rispetto al 1990) resta divisiva. Reuters
3. La Cina intensifica le trattative con l’UE per rilanciare il patto climatico internazionale
L’ex inviato climatico cinese Xie Zhenhua si incontrerà oggi con la Commissaria europea per la transizione verde, Teresa Ribera, a Bruxelles, con l’obiettivo di rilanciare le negoziazioni internazionali in vista della COP30. La Cina dovrebbe aggiornare il suo piano climatico nazionale verso fine settembre, mentre l’UE viene sollecitata a prendere posizioni più ambiziose. Il dialogo serve anche per superare le difficoltà diplomatiche accumulate, soprattutto dopo la ridotta partecipazione di alcuni Paesi alle fasi preliminari dei negoziati. Reuters
15 settembre 2025
1. Estate estrema: danni climatici in Europa per 43 miliardi euro
Un’analisi accademica coordinata da economisti dell’Università di Mannheim e della BCE rivela che l’estate del 2024 ha causato 43 miliardi di euro di perdite economiche immediate nell’UE, circa lo 0,26% del PIL. Le nazioni più colpite – Cipro, Grecia, Malta e Bulgaria – hanno registrato perdite superiori all’1% del valore aggiunto lordo. Le proiezioni suggeriscono che le perdite totali potrebbero salire a 126 miliardi entro il 2029. The Guardian
2. In Australia scatta l’allarme: eventi climatici concatenati mettono a rischio tutto
Il primo National Climate Risk Assessment dell’Australia mostra che eventi estremi sempre più frequenti e simultanei – come ondate di calore, alluvioni e incendi – metteranno a dura prova infrastrutture, sanità e agricoltura. Il modello prevede un drammatico aumento dei decessi legati al caldo (fino al +450% a Sydney in scenari a +3°C), oltre a milioni di persone a rischio alluvioni costiere. Il governo laburista ha già stanziato 3,6 miliardi di dollari asutraliani per l’adattamento climatico, volto a ridurre le emissioni del 43% entro il 2030 e di raggiungere il net-zero entro il 2050, mentre è atteso un nuovo target nazionale al 2035. Reuters
3. Spese militari NATO: un salasso climatico
Uno studio dei Scientists for Global Responsibility avverte che il piano di rafforzamento della spesa militare della NATO potrebbe generare 1 miliardo e 320 milioni di tonnellate di CO₂ equivalente nei prossimi dieci anni – l’equivalente delle emissioni annuali del Brasile -. L’analisi sottolinea il peso delle operazioni militari sul cambiamento climatico globale, e sollecita l’introduzione di obblighi di rendicontazione e strategie di decarbonizzazione nel settore difesa. The Guardian
14 settembre 2025
1. La protezione dell’Amazzonia salva milioni dalla malattia
Un reportage del Guardian evidenzia il ruolo cruciale della foresta amazzonica nel tutelare la salute umana: preservare gli alberi significa ridurre fortemente i rischi sanitari legati a incendi e deforestazione. Quando la foresta brucia, aumentano non soltanto i focolai, ma anche le malattie che ne derivano — un doppio allarme per biodiversità e salute pubblica. The Guardian
2. Oceani in ebollizione: temperature record nel Nord Atlantico e Pacifico
Ad agosto, le acque delle regioni nord del Pacifico e Atlantico hanno registrato temperature superficiali record, secondo i dati del programma Copernicus. Il mare a livello globale ha mantenuto una media di 20,82°C, mentre la temperatura terrestre ha toccato i 16,6 °C, segnando uno degli agosto più caldi mai osservati. La situazione è attribuita all’accumulo termico degli ultimi anni e alla riduzione dei venti estivi, che ha frenato il rimescolamento delle acque. Financial Times
3. Incendi in Canada: oltre 87.000 morti premature nel mondo, un drammatico bilancio
Uno studio pubblicato su Nature stima che gli incendi canadesi del 2023 abbiano causato circa 87.000 decessi prematuri a livello globale, legati all’inquinamento da particolato (PM₂.₅). Circa 5.400 morti sono imputabili a esposizione acuta – principalmente negli Stati Uniti e in Canada – ma oltre 82.100 derivano da effetti cronici, con impatti anche in Europa e nell’Africa settentrionale. Il fenomeno evidenzia i vasti rischi transnazionali dei disastri naturali indotti dal clima. Live Science
13 settembre 2025
1. Ue rinvia l’approvazione del target climatico 2040
I Paesi membri dell’Unione Europea hanno deciso di posticipare l’approvazione di un ambizioso obiettivo climatico: ridurre del 90% le emissioni nette entro il 2040 rispetto al 1990. Le divergenze tra gli Stati – Francia, Polonia e Italia – e le pressioni economiche (es. spesa militare) hanno spinto a rimandare la decisione al vertice leader di ottobre. Il ritardo rischia di compromettere la presentazione dei contributi climatici (NDC) prima della COP30. Reuters
2. Il ruolo strategico dell’informazione nei confronti della crisi climatica
Un editoriale sul The Guardian evidenzia l’importanza del giornalismo indipendente e basato sui fatti per contrastare la retorica negazionista e le pressioni corporate sulla politica climatica. Le resistenze politiche e la disinformazione – specialmente da fonti di estrema destra – minacciano il cammino verso soluzioni verdi. Il pezzo sottolinea il ruolo cruciale dei cittadini nel sostenere media liberi da conflitti di interesse. The Guardian
3. La Spagna introduce lezione obbligatorie sulle emergenze climatiche per gli studenti
Il governo spagnolo ha lanciato un piano educativo nazionale per insegnare ai bambini come affrontare emergenze legate al clima – incendi, alluvioni, terremoti e altri rischi – attraverso lezioni interattive in oltre 25.000 scuole. Il programma coinvolgerà più di 8 milioni di studenti, dai 3 anni in su, puntando su contenuti multimediali e pratiche informative. L’iniziativa parte nell’ambito di un più ampio piano nazionale recentemente annunciato. The Guardian
12 settembre 2025
1. Ecco l’eco-ansia: il 78% dei bambini britannici sotto i 12 anni teme il collasso climatico
Un reportage pubblicato sul The Guardian esplora il crescente fenomeno dell’eco-anxiety: secondo uno studio, il 78% dei bambini under 12 nel Regno Unito nutre ansie legate alla crisi climatica. I ventenni nel mondo condividono esperienze simili, evocando uno stato psicologico collettivo di paura e preoccupazione. Il pezzo raccoglie storie personali per rivelare come questa nuova forma di disagio stia permeando le generazioni più giovani. The Guardian
2. Vento offshore australiano in crisi: investimenti in fuga, progetto a rischio
Un approfondimento del Guardian segnala che l’industria dell’eolico offshore in Australia sta attraversando una fase critica: sempre più investitori si ritirano dai progetti previsti, mettendo a rischio il completamento dei primi impianti entro il 2032. In gioco, le conseguenze sull’energia pulita e gli obiettivi climatici del Paese. The Guardian
3. Cattura del carbonio: una “wild card” inaffidabile secondo gli esperti
Un’analisi critica apparsa sul Guardian smonta l’efficacia della cattura e stoccaggio della CO₂ (CCS), definita una sorta di “get-out-of-jail-free card” che non funziona realmente. Gli ingegneri citati nel reportage affermano che il potenziale tecnico della tecnologia è ancora ben lontano da ciò che serve per contrastare l’emergenza climatica. The Guardian
11 settembre 2025
1. Emissioni delle grandi compagnie petrolifere legate a ondate di calore mortali
Una ricerca pubblicata su Nature ha dimostrato per la prima volta un legame diretto tra le emissioni di CO₂ delle principali 14 compagnie fossili (comprese ExxonMobil e Saudi Aramco) e decine di ondate di calore mortali, ora rese almeno 10.000 volte più probabili da quegli stessi inquinatori. Complessivamente, le emissioni di 180 “carbon major” sono state responsabili di circa metà dell’aumento dell’intensità delle ondate di calore tra il 2000 e il 2023, mentre le temperature legate a questi eventi sono passate da +1,4 °C (2000–2009) a +2,2 °C (2020–2023). Lo studio rafforza il quadro scientifico alla base di possibili cause legali e riforme politiche per la giustizia climatica. The Guardian
2. Eni punta all’Asia tramite una joint venture con Petronas per il mercato premium del GNL
Durante il Gastech di Milano, Eni ha annunciato la nascita di una joint venture strategica con la malese Petronas per rafforzare la propria presenza nel mercato asiatico del GNL premium. L’obiettivo è servire Paesi in forte transizione dal carbone come Cina e Corea del Sud, partendo da una produzione iniziale di 300.000 barili al giorno e puntando a superare i 500.000 barili entro tre anni. L’operazione sfrutterà le infrastrutture già esistenti in Indonesia e Malaysia, consentendo l’espansione senza la necessità di ingenti investimenti infrastrutturali. Reuters
3. USA sciolgono due comitati consultivi sul rischio finanziario climatico
I regolatori finanziari statunitensi, guidati dal Dipartimento del Tesoro, hanno deciso di smantellare due comitati consultivi incaricati di valutare i rischi finanziari legati al cambiamento climatico. Questo passo è visto come un significativo arretramento in termini di governance e vigilanza sul settore finanziario in relazione agli effetti economici della crisi ambientale. Reuters
10 settembre 2025
1. Divieto di incendi sulle torbiere profonde in Inghilterra: svolta per clima e biodiversità
Il governo britannico ha annunciato un divieto esteso di bruciamenti sulle torbiere profonde in tutta l’Inghilterra, valido dal 30 settembre 2025. La nuova normativa amplia la protezione a torbiere più profonde di 30 cm (prima la soglia era 40 cm e solo nelle aree protette), estendendola a 676.628 ettari, tre volte l’area precedentemente tutelata. Le torbiere, descritte come “l’Amazzonia dell’Inghilterra”, sono fondamentali in qualità di depositi di carbonio e spugne naturali per prevenire alluvioni, oltre ad ospitare specie come vipere, rospi e uccelli nidificanti al suolo. La RSPB (Royal Society for the Protection of Birds) ha accolto il cambiamento come un passo cruciale per raggiungere obiettivi climatici e di biodiversità. The Guardian
2. Asia: sussidi al carbone e instabilità politica frenano la svolta green
Imprenditori del settore energetico avvertono che senza un ridimensionamento dei sussidi ai combustibili fossili e politiche industriali stabili, la transizione verso l’energia pulita in Asia rischia di arenarsi. Paesi come Indonesia e India, per mantenere bassi i prezzi dell’elettricità, continuano a incentivare il carbone. Intanto, aziende rinnovabili come EDPR investono in mercati “stabili” come Giappone e Australia, dove gli incentivi al settore sono più prevedibili e meno soggetti a cancellazioni improvvise. Reuters
3. Crisi interna nell’UE sul target climatico 2040 mette a rischio NDCs
L’Unione Europea è in difficoltà, non riesce a raggiungere un accordo interno su un target climatico obbligatorio per il 2040. Il piano presentato mira a ridurre le emissioni nette del 90% rispetto al 1990, con un limite al ricorso a crediti di carbonio esteri (fino al 3% dal 2036). Tuttavia, Francia, Polonia e Repubblica Ceca chiedono di rinviare la decisione, portandola a un vertice a livello di leader nazionali. La mancanza di consenso potrebbe impedire la presentazione dei nuovi NDCs (contributi climatici) entro la scadenza di metà settembre, compromettendo la posizione negoziale UE alla COP30 in Brasile. Reuters
9 settembre 2025
1. Africa presenta un nuovo modello climatico globale e chiede maggiori fondi
Al Summit sul Clima in Africa, i leader del continente hanno annunciato l’intenzione di promuovere un proprio modello globale di sviluppo verde, in risposta alla ritirata degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi. La proposta punta su investimenti in energie rinnovabili, agricoltura sostenibile, cattura del carbonio e minerali critici. Il Primo Ministro etiope Abiy Ahmed ha presentato l’iniziativa per generare 1.000 soluzioni climatiche entro il 2030 e proposto che l’Africa ospiti la COP32 nel 2027. Nonostante l’urgenza, il continente riceve solo l’1% dei finanziamenti climatici globali, evidenziando una disparità finanziaria strutturale. Reuters
2. «Patto del sangue climatico» infranto: pesante critica del Kenya verso i Paesi occidentali
Il presidente kenyota William Ruto ha denunciato che i Paesi occidentali hanno tradito il loro impegno di finanziamenti per l’adattamento ai cambiamenti climatici, definendo questo come una violazione di un “climate blood pact” siglato a Glasgow nel 2021. Ha puntato il dito contro riduzioni dei fondi da Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Paesi Bassi, sottolineando che l’Africa, tra i meno inquinanti, è tra i più colpiti dai disastri climatici. Secondo l’OCSE, gli aiuti allo sviluppo potrebbero scendere ulteriormente entro il 2027, in un contesto che mette a rischio le strategie di resilienza continentale. Financial Times
3. Incendi devastano città storica della California: impatto sul tessuto culturale e ambientale
Un focus pubblicato nella newsletter Sustainable Switch Climate Focus di Reuters racconta la distruzione causata dagli incendi in una città storica della California, simbolo della corsa all’oro. Le fiamme hanno colpito sia il patrimonio architettonico che i paesaggi naturali, mettendo in crisi la sicurezza culturale, la biodiversità e la gestione delle risorse idriche. Reuters
8 settembre 2025
1. Il Pacific Islands Forum dà priorità alla crisi climatica, ed esclude Cina e Usa
Al summit in corso nelle Isole Salomone, il Pacific Islands Forum (PIF) concentra l’attenzione su temi cruciali come l’innalzamento del livello del mare, la resilienza climatica e le tensioni geopolitiche. Il Primo Ministro delle isole Salomone, Jeremiah Manele, ha deciso di escludere partner esterni, compresi Stati Uniti, Cina e Taiwan, un gesto che riflette le pressioni cinesi e suscita preoccupazioni tra gli altri membri. Tra le altre iniziative previste c’è la proposta della dichiarazione “Ocean of Peace”, discussioni sul deep sea mining e il sostegno all’Australia per ospitare la COP31. The Guardian
2. Cina potenza dominante nelle energie rinnovabili
Il Guardian descrive la Cina come nuovo leader mondiale nell’energia verde, grazie a una crescita massiccia nella produzione di solare, eolico e veicoli elettrici. La Cina ha installato più capacità di energie rinnovabili nel 2024 rispetto al resto del mondo messo insieme. Nonostante il rallentamento delle emissioni, il Paese mantiene un rilevante uso del carbone, spingendo gli analisti a sperare in obiettivi più ambiziosi nel prossimo piano quinquennale e negli impegni per la COP30. The Guardian
3. Il mercato solare USA è in sofferenza per le politiche di Trump
Un report di Reuters rivela che il settore solare statunitense rischia di installare fino al 27% in meno di capacità tra il 2026 e il 2030, a causa di una legge fiscale promossa dall’amministrazione Trump che ha ridotto gli incentivi per il settore. Un forte rallentamento che compromette la strategia di decarbonizzazione energetica americana. Reuters
7 settembre 2025
1. Più incendi boschivi provocati da fulmini: allarme sul futuro delle foreste e della salute pubblica
Una ricerca pubblicata sul The Guardian evidenzia che il cambiamento climatico sta aumentando la frequenza e l’intensità degli incendi originati da fulmini, soprattutto nel West degli Stati Uniti. In scenari futuri, condizioni favorevoli a tali incendi si estenderanno al 98% del territorio occidentale, con conseguenze drammatiche per la qualità dell’aria, la salute umana e le aree naturali remote. I ricercatori prevedono oltre 20.000 morti premature l’anno entro metà secolo, aggravate da fumo, fusione dei ghiacciai e rischio di alluvioni lampo. Forti pressioni sul sistema antincendio, ritenuto già al limite. Tra le proposte: codici edilizi anti-incendio e barriere vegetali, per aumentare la resilienza delle comunità. The Guardian
2. Giornata Internazionale dell’Aria Pulita per Cieli Blu: un appello urgente all’azione condivisa
Il 7 settembre è stato celebrata la Giornata Internazionale dell’Aria Pulita per Cieli Blu, promossa dall’ONU e rilanciata dall’OMS. Si sottolineano i legami stretti tra inquinamento atmosferico e cambiamento climatico, in particolare il ruolo delle particelle fini (PM₂.₅) provenienti da incendi, traffico, agricoltura e trasporti marittimi. Il nuovo bollettino della WMO pone l’accento sulla necessità di affrontare contemporaneamente clima e qualità dell’aria, utilizzando monitoraggio avanzato e politiche integrate per proteggere salute, ecosistemi e attività economiche. World Meteorological Organization
3. Circolazione atlantica (AMOC) a rischio: possibile collasso entro il 2055
Uno studio pubblicato recentemente segnala un rischio crescente di collasso dell’AMOC (Atlantic Meridional Overturning Circulation), il sistema di correnti oceaniche che regola il clima atlantico. I modelli climatici evidenziano come il flusso di galleggiamento superficiale – un parametro che combina le variazioni di calore e salinità sulla superficie oceanica per comprendere come queste influenzino la densità dell’acqua -, sia in continuo aumento dal 2020, suggerendo un indebolimento in atto. Anche sotto scenari moderati di emissioni, un collasso potrebbe verificarsi già entro il 2063, con effetti severi: inverni più freddi, minori piogge, danni all’agricoltura in Europa, innalzamento del livello del mare lungo la costa est degli Stati Uniti. Gli autori definiscono i risultati un “richiamo serio” alla riduzione drastica delle emissioni e al rispetto dell’obiettivo di net-zero entro il 2050. Live Science
6 settembre 2025
1. Estrema destra britannica nega il cambiamento climatico
Al congresso del partito Reform UK a Birmingham, con circa 12.000 partecipanti, le posizioni critiche verso le politiche climatiche sono emerse con forza. Leader come Nigel Farage e Richard Tice hanno respinto la responsabilità umana nel riscaldamento globale, affermando che l’anidride carbonica “non è un inquinante”. Molti membri preferirebbero un potenziamento delle risorse fossili nazionali, con slogan come “drill baby, drill” a simboleggiare la volontà di incrementare l’estrazione di combustibili fossili, mettendo nel mirino il politico Ed Miliband per l’aumento dei costi energetici e le sue politiche verso il net zero. The Guardian
2. Nazioni Unite: urgono NDC aggiornati entro fine settembre
L’ONU ha sollecitato i Paesi membri a presentare entro fine settembre 2025 i loro contributi aggiornati (NDC) per ridurre le emissioni entro il 2035. Questi obiettivi, previsti dall’Accordo di Parigi, sono fondamentali per valutare il progresso globale in vista della COP30 in Brasile. Alcuni Paesi, tra cui la Cina, intendono riformulare i target in autunno, mentre all’interno dell’UE persistono tensioni legate ad alcuni Stati che chiedono slittamenti. Simon Stiell, responsabile ONU per il clima, ha sottolineato come questi adeguamenti siano cruciali non solo per il clima, ma anche per promuovere una crescita verde. Reuters
3. Inondazioni catastrofiche in Punjab tra India e Pakistan
Le regioni del Punjab, divise tra India e Pakistan, stanno affrontando alluvioni devastanti: case distrutte, raccolti sommersi e comunità sfollate in massa. L’instabilità climatica, con monsoni più intensi e improvvisi, è indicata come causa principale del disastro che coinvolge interi villaggi agricoli e mette a rischio la sicurezza alimentare di milioni di persone. Al Jazeera
5 settembre 2025
1. Incendi sempre più letali: il legame tra cambiamento climatico e inquinamento atmosferico
Un nuovo rapporto del World Meteorological Organization (WMO) rivela che gli incendi, intensificati dal cambiamento climatico, stanno diventando una fonte significativa di inquinamento dell’aria. Aree come la zona dell’Amazzonia, il Canada, la Siberia e l’Africa centrale emergono come veri e propri hotspot di particolato atmosferico, con livelli comparabili a quelli causati da combustibili fossili o trasporti. Il WMO evidenzia che le particelle emesse dagli incendi rischiano di equivalere in impatto a quelle generate dall’industria, con gravi effetti su salute, ecosistemi e infrastrutture. L’Organizzazione Mondiale della Sanità attribuisce 4,5 milioni di morti premature ogni anno all’inquinamento atmosferico. Il WMO sottolinea l’interscambio tra clima e qualità dell’aria e la necessità di agire insieme su entrambi i fronti. Reuters
2. Cina: 131 milioni di dollari per riparare i danni climatici in agricoltura
Di fronte a piogge eccezionali e distruttive, il governo cinese ha stanziato 940 milioni di yuan (circa 131,4 milioni di dollari USA) per il ripristino del settore agricolo. I fondi saranno destinati a ripiantare raccolti compromessi, riparare strutture produttive agricole e ripristinare laghi e dighe danneggiati. Un intervento decisivo, che testimonia l’impatto crescente degli eventi climatici estremi sulle economie agricole e la necessità di misure resilienti e tempestive. Reuters
3. La retorica anti-verde ostacola la politica climatica, ma i cittadini possono fare la differenza
Il Guardian mette sotto i riflettori il ruolo dei partiti di estrema destra nel boicottaggio dei temi ambientali: la loro narrativa anti-verde serve spesso da alibi ai partiti tradizionali per procrastinare o smantellare politiche climatiche necessarie. Aziende dei combustibili fossili sfruttano questo clima per ritirarsi dai loro impegni green e contrastare gli attivisti. Eppure, l’articolo sottolinea che i cittadini hanno più potere di quanto pensino: scelte quotidiane, consumi consapevoli e orientamento politico possono innescare cambiamenti nelle politiche e nel mercato.The Guardian
4 settembre 2025
1. Venezuela primo paese al mondo senza più ghiacciai
Il Venezuela è diventato il primo paese a perdere completamente i suoi ghiacciai. L’ultima massa glaciale è ormai considerata troppo piccola per essere definita tale, trasformata in un campo di ghiaccio in rapido declino. Un evento simbolico che sottolinea l’urgenza di politiche climatiche globali ambiziose. The Times of India
2. Nazioni Unite sollecitano obiettivi climatici più ambiziosi entro fine settembre
L’ONU ha lanciato un appello urgente alle nazioni affinché presentino contributi climatici aggiornati e più ambiziosi (NDC – Nationally Determined Contributions) entro la fine di settembre 2025. Questi piani, fondamentali per ottenere una chiara visione dei progressi globali prima della COP30 in Brasile, tracciano le strategie nazionali di riduzione delle emissioni al 2035. Attualmente, molti Paesi non hanno ancora rispettato l’impegno preso nel 2015 nell’ambito dell’Accordo di Parigi. L’ONU ha evidenziato come questi aggiornamenti siano essenziali non solo per mitigare il cambiamento climatico, ma anche per promuovere una crescita economica più verde. Reuters
3. COP30: Brasile guida verso un fondo globale per le foreste e un sistema di prezzo del carbonio
In vista della COP30, il Brasile si sta attivando su due fronti chiave: un fondo globale per la conservazione delle foreste da 125 miliardi di dollari e la creazione di un meccanismo internazionale di prezzo del carbonio. L’iniziativa è una reazione alle politiche dell’UE (come il CBAM) e punta a coinvolgere paesi in via di sviluppo, offrendo esenzioni e finanziamenti mirati. Si tratta di un tentativo di fondare un nuovo modello multilaterale di governance climatica, più equa e pragmatica, anche se devono essere superati ostacoli politici, soprattutto in Ue e USA. Financial Times
3 settembre 2025
1. Verso un Trattato di Non-Proliferazione dei Combustibili Fossili
Un’iniziativa globale — la Fossil Fuel Non-Proliferation Treaty — propone un nuovo modello per accelerare il phase-out di petrolio, carbone e gas, andando oltre il tradizionale approccio negoziale dell’ONU. Guidata dall’attivista canadese Tzeporah Berman, l’iniziativa vanta già il sostegno di oltre 4.000 organizzazioni della società civile, 120 città, 101 premi Nobel e 3.000 scienziati. L’obiettivo è aprire negoziati formali entro il 2026, inaugurando una strategia sul lato offerta dei combustibili fossili, da affiancare alle politiche di riduzione della domanda. Il lancio della proposta è previsto al COP30 di Belém. The Guardian
2. L’azione climatica audace di Papua Nuova Guinea plaudita da Guterres
Durante una storica visita in Papua Nuova Guinea, il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres ha elogiato il Paese per il suo ruolo pionieristico nella diplomazia climatica regionale. Nonostante le sue emissioni fossero minime, la Papua Nuova Guinea è diventata un modello grazie al suo contributo al parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia sulla responsabilità climatica. Il Primo Ministro James Marape ha ribadito la volontà di sviluppare un’economia verde ed equa, sottolineando che le nazioni più inquinanti devono farsi carico della maggior parte della responsabilità climatica. AP News
3. Cipro: la dissalazione come risposta alla siccità estrema
Per far fronte a una crisi idrica aggravata dai cambiamenti climatici, Cipro potenzia fortemente le sue infrastrutture di dissalazione. Negli ultimi 90 anni, le piogge annuali sull’isola sono diminuite del 15%, mentre la temperatura nei pressi di Nicosia è aumentata di 1,8°C. Al primo settembre 2025, i serbatoi d’acqua erano riempiti solo al 14,7%. Circa il 70% dell’acqua potabile proviene oggi da impianti di dissalazione, con unità mobili provenienti dagli Emirati Arabi Uniti già impiegate nel 2025. Tuttavia, il sistema è criticato per i costi elevati e l’impatto ecologico delle salamoie. Inoltre, pratiche agricole insostenibili stanno contribuendo alla desertificazione: sono in corso progetti co-finanziati dall’UE per il recupero del suolo tramite compostaggio e tecniche di ritenzione idrica. Reuters
2 settembre 2025
1. Spagna: piano strategico nazionale per affrontare la crisi climatica
Il Primo Ministro Pedro Sánchez ha presentato un piano climatico strutturale composto da 10 punti chiave per fronteggiare gli effetti delle catastrofi estive, tra cui incendi record che hanno causato quattro morti e distrutto vaste aree. Il bilancio degli ultimi cinque anni è grave: oltre 20.000 morti legate al cambiamento climatico e 32 miliardi di euro di danni economici. Le misure includono l’istituzione di un’agenzia di protezione civile nazionale, reti di “rifugi climatici”, una gestione forestale più sicura, rafforzamento antincendio, resilienza idrica, promozione dell’agricoltura sostenibile e politiche per contrastare lo spopolamento rurale. Sánchez ha definito la disinformazione climatica un nemico comune da combattere. The Guardian
2. Un caso storico in Svizzera: isole indonesiane denunciano Holcim per impatti climatici
Quattro abitanti dell’isola di Pari (Indonesia) hanno intentato causa contro il gigante svizzero del cemento Holcim, accusandolo di contribuire ai cambiamenti climatici che hanno causato l’innalzamento dei livelli del mare e danneggiamenti alle loro abitazioni. Presentato nel 2023, il caso è ora all’esame di un tribunale cantonale di Zug, potenzialmente il primo al mondo contro una società per responsabilità climatica globale. Gli attivisti chiedono un rimborso per misure di protezione ambientale come barriere o ripristino delle mangrovie. Reuters
3. Banca mondiale sollecita una lotta decisa contro l’inquinamento
La Banca Mondiale ha pubblicato un allarme sul fatto che terra degradate, aria inquinata e stress idrico rappresentano attuali minacce economiche globali. Secondo Axel van Trotsenburg, responsabile della banca, circa l’80% della popolazione povera mondiale è esposta contemporaneamente a tutte e tre le forme di degradazione ambientale. In paesi come il Burundi o il Malawi, rispettivamente 8 e 12 milioni di persone sono già colpite. La banca ribadisce l’impegno a combattere la povertà su un “pianeta vivibile” e sollecita una transizione verso un uso più efficiente delle risorse naturali, capace di ridurre l’inquinamento globale fino al 50%. Reuters
1 settembre 2025
1. Asia meridionale lacerata dai monsoni: inondazioni devastano il Punjab
Il Punjab pakistano sta affrontando la peggior alluvione di sempre: i monsoni hanno colpito con forza, costringendo oltre due milioni di persone a evacuare le proprie case. I tre grandi fiumi della regione – Sutlej, Chenab e Ravi – hanno registrato livelli record, mentre il 26,5% di piogge in più rispetto all’anno precedente ha messo a rischio raccolti e approvvigionamenti alimentari. I danni umani e agricoli minacciano seriamente la sicurezza economica del Paese. politico.com
2. Australia cancella un progetto eolico da 2 miliardi
Lo Stato del Queensland ha ritirato il sostegno a un parco eolico da 2 miliardi di dollari, favorendo la protezione delle pinete locali. Il gesto ha acceso il confronto tra priorità ambientali divergenti: da un lato la tutela della natura, dall’altro la necessità pressante di investire nella decarbonizzazione energetica. The Guardian
3. Ondate di caldo mortale nelle case in Arizona: l’accesso iniquo al raffrescamento diventa rischio fatale
Un’inchiesta del Guardian racconta del tragico caso di Richard Chamblee, anziano immobilizzato, deceduto per il malfunzionamento dell’aria condizionata durante una recente ondata di calore. L’evento mette in luce un problema crescente: molte famiglie a basso reddito negli Stati Uniti non hanno accesso a un raffrescamento adeguato, un rischio potenziato dalla crisi climatica e da politiche che hanno ridotto il sostegno alle energie pulite e agli aiuti sociali. The Guardian
31 agosto 2025
1. “L’Australia deve ridurre le emissioni del 75% entro il 2035”
Christiana Figueres, ex segretaria esecutiva della Convenzione ONU sul clima, ha esortato l’Australia ad adottare un obiettivo ambizioso ma realizzabile: una riduzione delle emissioni di gas serra del 75% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2035. Figueres enfatizza che una strategia climatica così decisa può rivelarsi una fonte di prosperità, non solo una sfida. Un gruppo imprenditoriale di oltre 350 aziende appoggia apertamente tale visione, stimando un incremento del PIL di 370 miliardi di dollari. La decisione è attesa prima dell’intervento del primo ministro Albanese all’Assemblea Generale ONU. The Guardian
2. Una nuova piattaforma per la scienza climatica indipendente prende vita dopo lo shutdown di climate.gov
Un gruppo di ex membri del team del portale governativo climate.gov ha lanciato climate.us, una nuova piattaforma no-profit dedicata all’alfabetizzazione climatica. L’iniziativa nasce dopo che il sito ufficiale è stato svuotato sul piano mediatico durante l’amministrazione Trump. Grazie a donazioni, hosting in-kind e supporto legale, il team ripubblica contenuti essenziali e li diffonde anche su TikTok, per garantirne la visibilità pubblica. The Guardian
3. Pakistan: monsoni record spingono evacuazioni in rapida successione tra conflitti e inondazioni
Le comunità al confine nord-occidentale del Pakistan affrontano evacuazioni ripetute, prima a causa del conflitto e ora da inondazioni record dettate da piogge torrenziali. Intere famiglie si spostano su barche verso territori in altura, cercando un equilibrio precario tra instabilità umana e disastri climatici. Reuters
30 agosto 2025
1. Alluvioni catastrofiche in Asia meridionale: oltre un milione di evacuati
A causa di intense piogge monsoniche, la provincia del Punjab in Pakistan ha subito le peggiori inondazioni degli ultimi 40 anni, costringendo oltre un milione di persone a evacuare. Il monsoon, accentuato dalle precipitazioni indotte dai cambiamenti climatici, ha sommerso più di 1.400 villaggi e danneggiato gravemente le colture. Anche nell’Himalaya indiano, un frana legata al maltempo ha causato almeno 36 vittime, tra cui 33 nel santuario di Vaishno Devi. Reuters
2. La crociera contro la tassa verde: industria marittima contesta la rivoluzione fiscale alle Hawaii
Una coalizione guidata da Cruise Lines International Association ha avviato una causa legale contro le restrizioni varate alle Hawaii per contrastare il cambiamento climatico. Con tasse fino al 14% sui soggiorni e crociere, la politica fiscale mira a finanziare azioni per l’erosione costiera e i rischi climatici, ma è stata definita incostituzionale, soprattutto per il settore turistico, che chiede un blocco temporaneo dell’applicazione della normativa. AP News
3. Calore accelera l’invecchiamento: studio rivela effetti biologici dei picchi termici
Una ricerca dell’Università di Hong Kong, pubblicata su Nature Climate Change, dimostra che le ondate di calore accelerano l’invecchiamento biologico umano: ogni 1,3°C di esposizione al caldo può aumentare l’età biologica di fino a 0,031 anni. Nei lavoratori all’aperto, l’invecchiamento può accelerare fino a 33 giorni in più, mentre per altri occupati fino a 9 giorni per ondata. L’impatto, seppur piccolo, rafforza l’urgenza di strumenti di protezione nei contesti climatici estremi. Popular Mechanics
29 agosto 2025
1. Turismo in crisi: ondate di calore, incendi e alluvioni mettono in pericolo le vacanze estive
Secondo The Guardian, il settore turistico mondiale sta affrontando una crisi climatica profonda. Destinazioni tradizionalmente sicure stanno diventando vulnerabili a ondate di calore, incendi, inondazioni e siccità. Al riguardo, l’esperto Stefan Gössling ha parlato di una “era della non-turistificazione”, dove costi in aumento (assicurazioni, cibo, trasporti) e impatti ambientali mettono a rischio la sostenibilità di questa industria. Destinazioni domestiche e a basso impatto ambientale emergono come alternative più praticabili. The Guardian
2. Shanghai cerca sollievo dal caldo estremo: in fuga verso stazione sciistica al coperto
I cittadini di Shanghai, oppressi da una heatwave senza precedenti con temperature superiori ai 35 °C per 23 giorni consecutivi, si rifugiano nel resort di sci indoor L+SNOW per trovare refrigerio. Lo spazio di 98.000 m² mantiene una temperatura costante sotto i 5 °C, offrendo ski, snowboard e battaglie di palle di neve. Questo scenario illustra fino a che punto eventi climatici estremi stanno ridefinendo le soluzioni – finanche artificiali – alla crisi del caldo estivo. Reuters
3. Il collasso della circolazione oceanica atlantica (AMOC) è ormai una minaccia concreta
Un recente studio ha evidenziato che il rischio di collasso dell’Atlantic Meridional Overturning Circulation (AMOC), sistema cruciale per il clima europeo, non è più trascurabile. La AMOC è oggi la più debole in 1.600 anni. I modelli climatici estesi fino al 2300–2500 segnalano una probabilità del 70% di collasso entro pochi decenni in scenari ad alte emissioni, ma anche con basse emissoni il rischio resta significativo (25%). Un’eventuale interruzione getterebbe l’Europa in uno squilibrio climatico con piogge alterate, innalzamento del livello del mare e fenomeni meteo estremi. Serve una riduzione drastica e immediata delle emissioni fossili. The Guardian
28 agosto 2025
1. Emissioni di metano in aumento in Brasile: la zootecnia come driver principale
Tra il 2020 e il 2023, le emissioni di metano in Brasile sono cresciute del 6%, raggiungendo quota 21,1 milioni di tonnellate nel 2023 (secondo record storico dopo il dato del 2003). Circa il 75% di questo metano, pari a 14,5 milioni di tonnellate, proviene dall’allevamento di bovini da carne e latte, l’equivalente di 406 milioni di tonnellate di CO₂, più delle emissioni totali dell’Italia nello stesso anno. Il metano è un gas serra estremamente potente (28 volte più impattante della CO₂ su scala centennale), e questo aumento avviene proprio mentre il Brasile si prepara ad ospitare la COP 30 sul clima. Reuters
2. Il fenomeno della “climateflation” fa salire i prezzi del cibo e pesa sui bilanci delle famiglie
Una riflessione del The Guardian evidenzia come eventi climatici estremi – incendi, alluvioni, siccità – stiano impattando sui raccolti globali, con effetti diretti sull’aumento dei prezzi di cibo fresco e nutriente. Il cosiddetto fenomeno della “climateflation” sta pesando soprattutto sulle fasce più fragili della popolazione. The Guardian
3. La Net-Zero Banking Alliance verso una trasformazione strutturale
In seguito a numerose defezioni da parte di grandi banche globali (UBS, Barclays, HSBC e altre), la Net-Zero Banking Alliance (NZBA) ha annunciato l’intenzione di trasformarsi da coalizione su base volontaria a un modello ‘framework initiative’ entro settembre 2025. Il cambiamento nasce dall’incapacità del modello volontario di garantire impegni efficaci e coerenti, con molte voci, come quella di Lucie Pinson di Reclaim Finance, che chiedono invece norme vincolanti per la finanza climatica. Reuters
27 agosto 2025
1. Il mare inghiotte comunità costiere in Nigeria
Ad Apakin, un villaggio indigeno lungo la costa di Lagos, l’erosione costiera alimentata dall’innalzamento del livello del mare ha inghiottito case, luoghi sacri e perfino tombe ancestrali. L’80% della costa di Lagos è ormai perso in mezzo secolo, un problema esacerbato da infrastrutture come porti e raffinerie. Malgrado gli impegni presi nel 2022 nel “Living Lands Charter” da parte dei leader del Commonwealth, non sono stati attuati interventi concreti per proteggere queste comunità. Ambientalisti richiedono misure vincolanti per affrontare l’emergenza climatica a scala globale. Reuters
2. Estate record nel Regno Unito: la più calda di sempre, con conseguenze ambientali e sociali
Il Regno Unito si avvia verso la sua estate più calda da quando esistono rilevamenti ufficiali. Ondate di calore frequenti, scarsi accumuli di pioggia, razionamenti idrici e problemi alle infrastrutture di case e trasporti sottolineano l’urgenza di una risposta strutturale alla crisi climatica. The Guardian
3. Cambiamento climatico causa danni per 2,2 miliardi di dollari sulle strade cinesi
Forti piogge estive in Cina hanno danneggiato le infrastrutture stradali con costi stimati di 16 miliardi di yuan (circa 2,24 miliardi di USD). Le riparazioni d’emergenza sono state finanziate con 540 milioni di yuan, ma il governo ha già stanziato un totale di 5,8 miliardi di yuan per far fronte a calamità climatiche come inondazioni, frane, terremoti e siccità. Solo a luglio, le perdite dirette raggiungevano i 52,2 miliardi di yuan, mettendo sotto pressione l’economia locale e richiedendo una revisione urgente della resilienza infrastrutturale. Reuters
24 agosto 2025
1. La siccità in Malawi costringe milioni a fuggire da case e terre
Il Malawi è stato travolto da una siccità prolungata e imprevedibile, alimentata dal cambiamento climatico, che ha limitato le fonti d’acqua e reso impossibile la sopravvivenza nei villaggi più remoti. Milioni di persone sono state costrette a spostarsi internamente, lottando per accedere a risorse idriche essenziali. Il dramma evidenzia la fragilità delle infrastrutture e la vulnerabilità delle comunità rurali in aree meno sviluppate. The Guardian
2. Tsunami in Alaska: una enorme frana ha quasi causato una tragedia
Il 10 agosto, un’enorme frana stimata in 100 milioni di metri cubi di roccia è precipitata nel braccio di mare del fiordo Tracy Arm, lungo 48 km, in Alaska. L’onda d’acqua oceanica ha raggiunto un’altezza incredibile di 425 metri rendendola probabilmente una delle più grandi onde di questo tipo mai registrate. L’evento mette in luce il rischio crescente dei fenomeni indotti dal riscaldamento climatico, come il ritiro dei ghiacciai e la fusione del permafrost. Gli esperti chiedono maggiori sistemi di monitoraggio nei luoghi più a rischio. The Guardian
3. No allo stop del parco eolico offshore da Rhode Island e Connecticut
Gli stati del New England (Rhode Island e Connecticut) resistono a un ordine federale dell’amministrazione Trump che blocca un impianto eolico offshore, quasi ultimato, destinato a fornire energia a 350.000 abitazioni. Le autorità locali sottolineano che il progetto è cruciale per raggiungere i loro obiettivi climatici e ridurre le emissioni, e che il suo stop rappresenterebbe un colpo serio alla transizione energetica della regione.
Il blocco del progetto “Revolution Wind”, quasi completato e strategico per la transizione energetica del New England, è stato giustificato con la motivazione di “sicurezza nazionale”, senza dettagli concreti. Questo ha scatenato una forte reazione degli stati coinvolti, pronti a contrastare la sospensione per lo svuotamento di investimenti, occupazione e obiettivi climatici statali. La decisione solleva questioni profonde sull’affidabilità del mercato delle rinnovabili negli Stati Uniti e sulle tensioni tra governatorati statali e federalismo climatico. The Guardian
23 agosto 2025
1. Stagione incendi record nell’Unione europea: oltre un milione di ettari distrutti
Il 2025 registra la peggiore stagione di incendi mai osservata nell’Unione europea, con incendi che hanno bruciato più di 1 milione di ettari, quattro volte la media annuale degli ultimi 20 anni. Le fiamme hanno devastato villaggi, foreste e terreni agricoli, emettendo circa 37 milioni di tonnellate di CO₂, una quantità comparabile alle emissioni annuali di Paesi come Portogallo o Svezia. Scienziati attribuiscono l’intensità degli incendi al cambiamento climatico e a pratiche di gestione territoriale che creano condizioni ideali per focolai disastrosi. The Guardian
2. Il Brasile respinge l’appello dell’ONU per sovvenzionare gli hotel delegati al COP30
In vista della conferenza COP30 di novembre a Belém, il Brasile ha rifiutato la proposta delle Nazioni Unite di offrire un sussidio di 100 USD al giorno per i Paesi in via di sviluppo (50 USD per quelli ricchi) per coprire le spese alberghiere dei delegati. Il governo ha giudicato i propri impegni finanziari già sufficienti e ha suggerito piuttosto un aumento dell’attuale indennità viaggio di 144 USD. Intanto, nonostante i prezzi elevati e la carenza di strutture, 39 Paesi hanno già prenotato tramite il portale ufficiale, mentre altri otto lo hanno fatto privatamente. Reuters
3. Giovani attivisti climatico-legali in Wisconsin: causa contro politiche pro-fossili
Quindici giovani climat attivisti (8–17 anni) hanno presentato un’azione legale contro lo Stato del Wisconsin, contestando norme che favoriscono politiche basate sui combustibili fossili. Le leggi in questione impedirebbero di considerare l’impatto ambientale nelle approvazioni energetiche e ostacolerebbero le energie rinnovabili. I ricorrenti sostengono che ciò violerebbe i loro diritti costituzionali alla vita, alla libertà e alla sicurezza. Alla guida del gruppo c’è Kaarina, 17 anni, che ha citato esperienze personali come l’alluvione che ha costretto la sua famiglia a trasferirsi. Il caso richiama analoghe vittorie legali ottenute in Montana e riflette una crescente tendenza globale: la mobilitazione giovanile per il clima passa sempre più dalla protesta all’azione civile. The Guardian
22 agosto 2025
1. Inquinamento atmosferico da lanci spaziali: scienziati chiedono nuove regole globali
Ricercatori dell’University College London, guidati dalla professoressa Eloise Marais, hanno lanciato un appello per un regolamento internazionale in grado di contenere l’inquinamento generato dall’attività spaziale. I lanci di satelliti sono cresciuti in modo esponenziale: 259 nel 2024 e 223 nel 2023, con oltre 153.000 tonnellate di carburante bruciate. Questo ha triplicato la quantità di fuliggine e CO₂ rilasciate nell’alta atmosfera, dove restano fino a 500 volte più a lungo degli inquinanti terrestri. Le emissioni da megacostellazioni (Starlink, OneWeb, Amazon Kuiper) e i residui metallici dei rientri satellitari alimentano una forma di inquinamento difficile da trattare se non con collaborazione globale. The Guardian
2. Foresta di eucalipto in Australia a rischio, -25% di alberi entro il 2080 se le temperature continuano a salire
Uno studio dell’Università di Melbourne, pubblicato su Nature Communications, avverte che le foreste di Eucalyptus regnans, tra le più alte al mondo e potenti “pozzi di carbonio”, sono in pericolo. Per ogni grado di aumento delle temperature, si prevede una perdita del 9% degli esemplari arborei. Se il riscaldamento si manterrà, entro il 2080 si registrerebbe una riduzione del 25%. Il danneggiamento non solo compromette la biodiversità, ma anche la capacità di immagazzinare carbonio e gestire le risorse idriche; l’accumulo di detriti potrebbe inoltre aumentare il rischio di incendi. The Guardian
3. Flotta di megattere del Sud Australia in aumento: un segnale di speranza
La stagione delle nascite delle megattere nel sud dell’Australia registra numeri incoraggianti: quasi 200 avvistamenti tra madri e cuccioli sono stati rilevati, il numero più alto dal 2016. Le osservazioni includono 70 coppie nella Head of Bight, con altri avvistamenti a Fowlers Bay e Encounter Bay. Nonostante le minacce ambientali, come le fioriture algali tossiche, questo boom di riproduzione è visto come un dato positivo per la popolazione di una specie in difficoltà. The Guardian
21 agosto 2025
1. Pechino dovrà prepararsi ad un futuro più umido: riorientare la pianificazione urbana
Esperti cinesi e urbanisti avvertono che Pechino, storicamente arida, deve integrare la resilienza ecologica nella sua pianificazione urbana. Il cambiamento climatico ha già mostrato impatti disastrosi sulla città a causa di piogge intense e ondate di calore estremo. La proposta prevede la creazione di infrastrutture verdi, sistemi di drenaggio naturali e spazi aperti pensati per adattarsi a climi battenti e alluvioni impreviste. Reuters
2. Dove piantare alberi fa la differenza: aree con maggior effetto climatico positivo
Una ricerca dell’University of California – Riverside diffusa oggi mostra che non tutte le piantagioni di alberi sono uguali in termini di mitigazione climatica e riduzione del rischio di incendi. Le aree con condizioni ecologiche adatte possono contribuire significativamente sia al raffreddamento dell’atmosfera che alla creazione di barriere naturali contro i roghi. Identificare i luoghi strategici può massimizzare l’impatto positivo sugli ecosistemi locali. ScienceDaily
3. Verso una democrazia “climaticamente capace” negli Stati Uniti
Un articolo pubblicato su Resilience.org sostiene che per affrontare efficacemente la crisi climatica, la democrazia americana stessa dovrà evolversi. La sfida non è solo ambientale, ma strutturale: serve un sistema politico capace di integrare la resilienza climatica come principio quotidiano, dalla partecipazione civica alle decisioni legislative. Il concetto di “system change, not climate change” diventa premessa per una trasformazione democratica coerente con la crisi ecologica. resilience
20 agosto 2025
1. Rallenta il declino dei ghiacciai artici
Una ricerca rivela un rallentamento significativo nella fusione dei ghiacci artici negli ultimi vent’anni: non ci sono state riduzioni rilevanti in estensione dal 2005. Tuttavia, gli scienziati avvertono che si tratta di una tregua temporanea, probabilmente dovuta a variazioni naturali delle correnti oceaniche, e che nei prossimi 5–10 anni potremmo assistere a un’accelerazione della fusione. La tendenza a lungo termine resta infatti preoccupante: dal 1979 i ghiacci artici si sono ridotti della metà in estensione e continuano ad assottigliarsi. The Guardian
2. Il caldo uccide la fauna: scimmie cadono dagli alberi, crostacei cuociono al sole
Un articolo del The Guardian descrive con immagini drammatiche l’impatto delle ondate di calore sulla fauna mondiale: scimmie urlatrici che cadono dagli alberi per disidratazione in Messico, miliardi di balani e mitili morti sulle coste canadesi dopo un periodo di caldo estremo e maschi di coleottero sterilizzati dallo stress termico. In alcune zone tropicali, le popolazioni di uccelli sono diminuite del 25–38% negli ultimi 70 anni a causa del limite termico ormai superato. I ricercatori mettono in guardia: il caldo estremo sta provocando un collasso degli ecosistemi, a volte persino più rapido della deforestazione. The Guardian
3. Le imprese sono chiamate a dare forza alla COP30 sul clima
Un articolo di Reuters ribadisce l’importanza della partecipazione attiva del settore privato alla prossima COP30 in Brasile. Secondo la coalizione We Mean Business, il coinvolgimento delle aziende non è simbolico: rappresenta invece un passaggio strategico fondamentale per raggiungere gli obiettivi, favorire investimenti sostenibili e garantire che le politiche climatiche siano implementabili. Nonostante le difficoltà logistiche a Belém (prezzi elevati, struttura limitata), le imprese devono essere presenti, anche attraverso eventi paralleli o digitali. Reuters
19 agosto 2025
1. Additivi plastici legati al declino della fertilità: necessario agire subito
The Guardian diffonde l’allarme degli esperti: alcuni additivi plastici – presenti in molti prodotti di consumo – sono ora collegati a un preoccupante calo della qualità dello sperma umano. Gli scienziati richiamano la necessità di interventi urgenti, anche in conseguenza del fallimento del trattato globale sull’inquinamento da plastica. The Guardian
2. Moria di cammelli e palme avvizzite in Marocco: l’oasi del sud sta morendo
L’emergenza climatica sta colpendo il sud del Marocco: cammelli morti di sete e palme bruciate rappresentano l’immagine simbolo di un’oasi in crisi. Sul tema, The Guardian pubblica una galleria fotografica ad alto impatto visivo che documenta questo scenario apocalittico a M’hamid El Ghizlane, dove l’avanzata della desertificazione minaccia vite, insediamenti e tradizioni locali. The Guardian
3. Anticipazione autunnale: le bacche maturano prima in UK per lo stress climatico
Nel Regno Unito si osserva un fenomeno sorprendente: le bacche stanno maturando prima del tempo, quasi come segnale di un autunno forzato. Temperature insolitamente elevate e siccità estiva accelerano la fruttificazione delle piante, con conseguenze potenzialmente gravi sulla fauna che ne dipende, come uccelli e piccoli mammiferi, e ricadute sull’agricoltura. Gli esperti avvertono che questi segnali emergono già con un riscaldamento globale di +1,5°C. The Guardian
18 agosto 2025
1. Incendi colpiscono nuove zone del Canada
Il Canada sta vivendo la sua seconda peggiore stagione di incendi mai registrata. Quest’anno, le fiamme hanno devastato circa 7,5 milioni di ettari, superando la media decennale. Ma il vero allarme è che ora si estendono anche nelle praterie e nelle regioni atlantiche, ben al di fuori delle tradizionali aree boschive del West. Le condizioni secche e il clima più caldo legato ai cambiamenti climatici sono identificati come i principali fattori scatenanti. Le autorità stanno adottando divieti sulle attività all’aperto per contenere il rischio, mentre cresce la pressione per rafforzare le pratiche forestali sostenibili e il ruolo delle comunità indigene nella mitigazione e risposta ai roghi. The Guardian
2. Conservazione indigena in Alaska: i Tlingit ripristinano gli ecosistemi
Nella Tongass National Forest, la più grande foresta pluviale temperata del Nord America, la comunità indigena Tlingit sta portando avanti un progetto di conservazione che unisce tecniche moderne e conoscenze tradizionali. L’intervento si concentra su Cube Cove, un’area devastata dal disboscamento industriale degli anni Ottanta e Novanta, dove vecchie strade forestali e condotte idriche hanno alterato i corsi d’acqua e compromesso gli habitat del salmone, specie cruciale sia per l’ecosistema sia per la cultura Tlingit.
La scelta di usare esplosivi non è spettacolare ma funzionale: serve a distruggere i vecchi tombini e le infrastrutture abbandonate che bloccano i flussi dei torrenti. Una volta liberati, i corsi d’acqua tornano a collegarsi al mare, permettendo ai salmoni di risalire e riprodursi. Questo a sua volta favorisce un ripristino a cascata: gli orsi trovano più cibo, i nutrienti rientrano nei suoli forestali, e la biodiversità complessiva aumenta. Il progetto, sostenuto anche da fondi federali e da ONG ambientali, viene raccontato dal Guardian come un esempio di “conservazione indigena 2.0”. Non si tratta solo di tutelare l’ambiente, ma di restituire alle comunità locali il ruolo di custodi dei territori, riconoscendo il valore delle loro pratiche di gestione ancestrale.
La stessa foresta della Tongass è al centro di tensioni politiche: l’amministrazione Trump aveva tentato di aprirla al disboscamento industriale, mentre quella Biden ha ripristinato le protezioni. I Tlingit sostengono che i progetti come Cube Cove dimostrino la possibilità di coniugare sovranità indigena, resilienza ecologica e contrasto alla crisi climatica. Secondo i leader comunitari, “ogni albero abbattuto senza criterio ha un costo che paghiamo ancora oggi, ma ogni torrente liberato è un investimento per le generazioni future”. The Guardian
3. Premier del Queensland (Australia) conferma la permanenza delle tasse elevate sul carbone
Il Premier David Crisafulli ha ribadito che la politica fiscale sul carbone – con royalty fino al 40% sui prezzi – non verrà modificata. Nonostante le critiche delle industrie minerarie, che la definiscono insostenibile, la misura ha già generato oltre 10 miliardi di dollari in entrate. I sostenitori sottolineano che la flessione della domanda di carbone deriva da trend globali, non dal carico fiscale, sostenendo la necessità di politiche di transizione e di equità. The Guardian
17 agosto 2025
1. Corea del Sud: dipendenza ancora forte dai combustibili fossili
Nonostante promesse di carbon neutrality per il 2050, la Corea del Sud rimane fortemente legata ai combustibili fossili, che costituiscono il 60% del mix energetico, contro un misero 9% da rinnovabili. Il nuovo impianto di carbone “Samcheok Blue” da 2.1 GW ne è l’esempio evidente. La mancanza di una transizione energetica efficace è aggravata da infrastrutture centralizzate (come la rete di Kepco), ostacoli normativi e l’influenza di grandi conglomerati industriali. Intanto, calamità climatiche come incendi, inondazioni e ondate di calore stanno spingendo cittadini e giovani verso azioni legali e proteste. The Guardian
2. L’uragano Erin accelera: da tempesta tropicale a Categoria 5
L’uragano Erin, primo dell’Atlantico nel 2025, si è rapidamente intensificato fino a raggiungere un Categoria 5 in meno di un giorno, per poi essere declassato a Categoria 4 negli aggiornamenti successivi. Questo sviluppo straordinario mostra come il riscaldamento degli oceani favorisca fenomeni meteorologici estremi con impatti potenzialmente devastanti sulle coste e le comunità costiere. Reuters
3. Piogge torrenziali nel Pakistan nordoccidentale causano oltre 300 morti
In due giorni di precipitazioni intense, la regione nordoccidentale del Pakistan è stata colpita da alluvioni lampo che hanno causato almeno 300 vittime e gravi danni a infrastrutture e comunità. L’evento sottolinea le conseguenze estreme della variabilità climatica sulle regioni più vulnerabili, già soggette a infrastrutture fragili e capacità di risposta limitate. Reuters
16 agosto 2025
1. Incendi devastanti in Spagna: 14 focolai attivi
La Spagna sta combattendo quattordici incendi su vasta scala, alimentati dai forti venti e dall’eccezionale caldo estivo. L’area già bruciata è equiparabile alla superficie di Londra. Le autorità avvertono che le condizioni restano molto sfavorevoli: sette vittime finora, migliaia di evacuati, e l’attivazione del meccanismo di assistenza dell’UE. In alcune zone, le fiamme si sono propagate fino a 4.000 ettari all’ora. Reuters
2. Svezia chiede ai cittadini di risparmiare acqua dopo un luglio rovente
A seguito di un luglio record di caldo, le autorità di Stoccolma e dintorni hanno lanciato appelli alla popolazione affinché riduca il consumo idrico. Il riscaldamento del Lago Mälaren – fonte primaria di acqua potabile per 2 milioni di persone – ha infatti compromesso la produzione di acqua domestica. Le indicazioni includono ridurre la durata delle docce, evitare il riempimento di piscine o l’irrigazione dei giardini. Studi collegano questi eventi estremi climatici al cambiamento climatico. Reuters
3. Caldo estremo senza tregua nel Nord Europa: “nessuno è al sicuro”
La recente ondata di calore nei Paesi nordici (Svezia, Norvegia, Finlandia) ha superato ogni precedente record: fino a 22 giorni sopra i 30°C in Finlandia e 10 notti tropicali in Svezia. Secondo scienziati del World Weather Attribution, l’evento è fino a 2°C più caldo e 10 volte più probabile rispetto a un clima senza cambiamenti antropici. Impatti evidenti sugli ospedali, aumentano gli incendi boschivi, ci sono sempre più alghe tossiche nei laghi. The Guardian
15 agosto 2025
1. L’accordo globale su inquinamento da plastica resta bloccato
I negoziati internazionali per il primo trattato vincolante sulla plastica si sono conclusi a Ginevra senza un accordo, a causa dell’opposizione di alcuni Paesi e della difficoltà di trovare un compromesso efficace. Lo stallo ha generato delusione tra le delegazioni favorevoli, che comunque si dicono pronte a riprendere i colloqui in futuro. Reuters
2. Il celebre “cuore di mangrovie” della Nuova Caledonia si trasforma
L’iconico Heart of Voh – una formazione naturale di mangrovie a forma di cuore – sta perdendo il suo profilo distintivo a causa dell’innalzamento del livello del mare. Negli ultimi vent’anni il cambiamento climatico ha alterato la composizione del terreno, favorendo la crescita di specie più tolleranti al sale. La trasformazione di questo simbolo ecologico rappresenta un allarme sia culturale sia ambientale. The Guardian
3. Tempesta tropicale Podul devasta Taiwan e la Cina meridionale
La tempesta tropicale Podul ha colpito duramente Taiwan e la Cina meridionale con piogge torrenziali, alluvioni e interruzioni massicce nella mobilità e nelle infrastrutture. A Taiwan, i venti hanno raggiunto i 110 mph, provocando danni diffusi, mentre a Hong Kong sono stati registrati i maggiori accumuli di pioggia di agosto da oltre un secolo. In risposta, il governo ha stanziato ulteriori fondi per la risposta emergenziale, spingendo il totale stanziato a oltre 5,8 miliardi di yuan dal mese di aprile. The Guardian
14 agosto 2025
1. Corte sudafricana annulla il permesso ambientale a TotalEnergies e Shell
Un tribunale sudafricano ha annullato il permesso precedentemente concesso a TotalEnergies e a uno suo partner di joint venture per esplorazioni petrolifere nei blocchi 5/6/7 al largo della costa occidentale del Paese. La decisione è dovuta a valutazioni ambientali incomplete, che non hanno adeguatamente incluso gli impatti socio-economici di eventuali fuoriuscite di petrolio né le conseguenze del cambiamento climatico. Tuttavia, TotalEnergies avrà l’opportunità di correggere queste lacune e ripresentare il progetto. Reuters
2. Controversie a Washington: ambientalisti citano in giudizio l’amministrazione per uso di report “segreti” anti-clima
L’Environmental Defense Fund insieme alla Union of Concerned Scientists ha intentato una causa federale in Massachusetts contro amministrazione Trump, sostenendo che l’EPA ha basato revoche di normative vitali sul clima su un report prodotto da scettici del cambiamento climatico — creato in segreto e senza trasparenza. Il rapporto, redatto da un “Climate Working Group” non ufficiale, è stato usato per annullare conclusioni scientifiche fondamentali relative alle emissioni. Secondo gli ambientalisti, questa operazione non solo viola la Federal Advisory Committee Act, che impone trasparenza nei consigli governativi, ma mina anche la credibilità e l’efficacia delle politiche di mitigazione climatica. Reuters
3. Crescita dell’energia pulita in USA rallenta al ritmo più basso del decennio
Nel 2025 la capacità complessiva di energie rinnovabili negli Stati Uniti è cresciuta solo del 7% rispetto all’anno precedente, segnando il ritmo più lento registrato in oltre dieci anni. In particolare, le installazioni solari sono aumentate del 10% (contro una media del 27% annua dal 2020), mentre l’energia eolica è cresciuta solo dell’1,8%, il livello più basso dal 2010. In controtendenza, la capacità delle batterie di accumulo è aumentata del 22%, sostenuta da incentivi federali. Reuters
13 agosto 2025
1. Gli Stati Uniti minacciano ritorsioni contro i Paesi che sostengono il piano “Net-Zero” per il settore navale
Il governo Trump ha respinto il “Net-Zero Framework” proposto dall’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) per ridurre le emissioni dai trasporti marittimi, e ha avvertito che i Paesi che lo sosterranno potranno affrontare misure di ritorsione. Washington giustifica tale posizione denunciando costi aggiuntivi per operatori e cittadini americani, e tentando di dissuadere gli Stati dall’appoggiare il piano in vista del voto decisivo previsto per ottobre all’IMO. Nonostante il ritiro degli Stati Uniti dai negoziati, 63 Paesi membri (tra cui UE, Cina e Brasile) hanno già dato il loro sostegno alla proposta.
Reuters
2. Ondata di caldo record in Europa alimenta incendi e mette a rischio la salute pubblica
L’Europa è travolta da un’ondata di calore eccezionale con temperature fino a 12°C sopra la media in regioni come il sud-ovest della Francia (Angoulême, Bordeaux), mentre località balcaniche come Šibenik (Croazia) hanno oltrepassato i 39°C, con incendi che si estendono lungo le coste. In Italia e Spagna si registrano vittime causate da colpi di calore e ustioni gravi, mentre oltre 400.000 ettari sono già stati distrutti quest’anno, un dato dell’87% superiore alla media ventennale. Esperti sottolineano che la frequenza e l’intensità di questi eventi sono chiari segnali dell’accelerazione del cambiamento climatico. The Guardian
3. La crescita della capacità solare in Cina rallenterà nella seconda metà del 2025 a causa di riforme sui prezzi
La Cina ha registrato un’espansione record di 212 GW di nuovi impianti solari nel primo semestre del 2025, più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2024. Tuttavia, già si prevede un rallentamento nella seconda metà dell’anno: lo stop alle tariffe garantite introdotto con le recenti riforme ha creato incertezza tra gli investitori, riducendo gli incentivi a sviluppare nuovi progetti. Nonostante ciò, per il 2025 resta probabile un anno record in termini di installazioni, sebbene con un ritmo più contenuto: gli analisti stimano tra 250 GW e 310 GW totali per l’intero anno. Reuters
12 agosto 2025
1. Sciame di meduse causa la chiusura di una centrale nucleare in Francia
In Francia, un’invasione di meduse generata dalle acque sempre più calde del Mare del Nord – fenomeno legato al cambiamento climatico – ha costretto alla chiusura temporanea di una centrale nucleare. L’accumulo di questi organismi sui sistemi di raffreddamento ha reso necessaria l’interruzione delle operazioni, segnando un impatto diretto del riscaldamento marino sulle infrastrutture energetiche. Al Jazeera
2. Ondata di caldo mortale in Europa: oltre 44°C, incendi e vittime
L’Europa meridionale è travolta da una heatwave fatale, con temperature che superano i 44°C in Italia, Francia, Spagna e Balcani, alimentando incendi diffusi e mettendo vite in pericolo. In Toscana, un bimbo di 4 anni è morto per colpo di calore. Monumenti UNESCO come Las Médulas in Spagna sono minacciati dalle fiamme. Gli esperti avvertono che il riscaldamento climatico rende sempre più frequenti queste condizioni estreme. The Guardian
3. Impatto del caldo estremo sulle popolazioni di uccelli tropicali: perdite fino al 38% dal 1950
Secondo uno studio pubblicato l’11 agosto, l’esposizione crescente a ondate di calore tra il 1950 e il 2020 ha causato una riduzione tra il 25% e il 38% delle popolazioni di uccelli nelle zone tropicali. L’analisi, basata su dati di monitoraggio di oltre 3.000 popolazioni ornitologiche mondiali, mostra come anche le aree più remote e apparentemente intatte stiano risentendo significativamente della crisi climatica. News
11 agosto 2025
1. Il villaggio alpino di Pralognan-la-Vanoise rischia di essere sommerso da un lago creato da fusione glaciale
Negli ultimi anni, la fusione accelerata dei ghiacciai ha portato alla formazione di un lago glaciale chiamato Lac du Grand Marchet, situato nella valle soprastante il villaggio di Pralognan-la-Vanoise, a circa 2.900 metri di quota. È diventato una presenza crescente dal 2020, e nel 2025 ha raggiunto dimensioni tali – stimate tra 50.000 e 70.000 metri cubi d’acqua – da generare allarme tra autorità e residenti. Il rischio è concreto: un cedimento improvviso della diga di ghiaccio naturale che contiene il bacino potrebbe scatenare una cascata torrentizia incontrollata, con grave impatto sulla valle sottostante, incluso il campeggio del villaggio. Questo scenario ricorda tragedie analoghe accadute in passato. Per prevenire il disastro, sono già in corso lavori strutturali di drenaggio controllato del lago. Gli interventi prevedono lo svuotamento artificiale dell’invaso per ridurre la pressione sull’argine naturale e limitare il rischio di una fuoriuscita catastrofica. Parallelamente, il campeggio locale è stato temporaneamente chiuso per garantire la sicurezza della popolazione. Questa situazione non è un’eccezione isolata. Gli scienziati mettono in guardia sul fatto che i laghi proglaciali si stanno formando sempre più rapidamente in molte aree montane – dalle Alpi all’Himalaya – a causa del ritiro dei ghiacciai accelerato dal riscaldamento globale. Il loro potenziale distruttivo diventa ancora più alto quando masse d’acqua si accumulano dietro argini instabili fatti di ghiaccio o detriti, pronti a cedere all’improvviso sotto la pressione. The Guardian
2. Il dimenticato caro insetto estivo: le lucciole americane minacciate dal cambiamento climatico
In un pezzo su The Guardian, si evidenzia come le lucciole – vivi rimandi alla bellezza dell’estate – stiano diminuendo drammaticamente negli Stati Uniti. Il calo è imputato a fattori multipli come il cambiamento climatico, la perdita di habitat, l’inquinamento luminoso e pesticidi. Nonostante una temporanea ripresa nel 2025, scienziati avvertono che la sopravvivenza di oltre 18 specie nordamericane è a rischio, e mettono in guardia sull’urgenza di azioni concrete. The Guardian
3. Bangladesh affronta una grave ondata di dengue innescata da condizioni climatiche favorevoli
Il Bangladesh è travolto da un’impennata nei casi di dengue: finora nel 2025 si contano oltre 24.000 infezioni e 101 decessi, con la stagione di punta ancora all’inizio. Agenti patogeni trasmessi dalle zanzare Aedes prosperano grazie a condizioni di calore, umidità e piogge intermittenti, tutte amplificate dal cambiamento climatico. Gli esperti avvertono che agosto potrebbe vedere un picco triplo rispetto a luglio, esacerbando la pressione su un sistema sanitario già sotto stress, soprattutto nelle aree rurali. Reuters
10 agosto 2025
1. Perdita record di coralli nella Grande Barriera Corallina
Un nuovo report dell’Australian Institute of Marine Science (AIMS) rivela che nel 2024 si è registrata la più grave perdita annuale di corallo vivente mai documentata dal 1986: –25% nella parte nord, –30% al sud e –13% nella zona centrale. Questo episodio si inserisce all’interno di un più ampio fenomeno globale di sbiancamento che ha colpito oltre l’84% delle barriere coralline mondiali. I ricercatori lanciano l’allarme: senza riduzioni drastiche delle emissioni, molti reef rischiano l’estinzione. The Guardian
2. “The Herds”: la marcia simbolica dei burattini giganti dall’Africa all’Artico
Il progetto artistico-ambientale chiamato “The Herds” ha portato in scena un vero e proprio pellegrinaggio visivo: animali a grandezza naturale, realizzati come burattini, hanno percorso simbolicamente più di 20.000 chilometri, dal Bacino del Congo fino al Circolo Polare Artico. Ideata dal regista Amir Nizar Zuabi, l’installazione vuole rappresentare con forza il ritiro della fauna a causa della crisi climatica ed evocare urgenza nel pubblico globale. Le immagini del viaggio sono state condivise anche online, amplificando il suo impatto emotivo e educativo. Axios
3. Gli Stati Uniti si oppongono ai limiti sulla produzione di plastica durante i negoziati ONU
Un memo risalente al 25 luglio 2025, diffuso all’apertura dei negoziati sulla plastica dell’INC-5.2 a Ginevra, rivela chiaramente la linea politica assunta dagli Stati Uniti: il paese ha formalmente invitato una manciata di nazioni a opporsi all’inserimento di limiti alla produzione di plastica e all’uso di additivi chimici nel progetto di trattato ONU. Questa posizione contrasta nettamente con quella espressa da oltre 100 paesi, tra cui l’Unione Europea e Stati insulari, che chiedono interventi sul ciclo di vita completo della plastica – dalla produzione allo smaltimento – compresi limiti alla produzione e regolazione degli additivi chimici. Il memo del Dipartimento di Stato statunitense rigetta misure “impraticabili” come i tetti di produzione plastica o i divieti relativi agli additivi, argomentando che tali restrizioni aumenterebbero i costi dei prodotti di uso quotidiano.
Questa mossa pone l’amministrazione attuale degli Stati Uniti in allineamento con le potenze petrolchimiche, tra cui Arabia Saudita e Russia, mirando a spostare il trattato verso un approccio incentrato principalmente sul recupero del fine vita dei prodotti piuttosto che sulla loro produzione.
Secondo Greenpeace, questo cambio di rotta rappresenta un “ritorno al vecchio stile di pressione statale” per convincere altri a uniformarsi alla visione legata agli interessi industriali. Inoltre, il fatto che il memo sia uscito fuori proprio all’inizio dell’ultima fase negoziale della trattativa rischia di mettere a repentaglio le speranze di un testo forte, rendendo il trattato fragile e poco incisivo. Reuters
9 agosto 2025
1. L’India accelera i contratti sulle rinnovabili
Il governo indiano intende sbloccare il mercato delle rinnovabili abolendo i pool centrali di pricing energetico introdotti nel 2024 per stabilizzare le tariffe (solare e ibrido solare-eolico). Questo meccanismo prevedeva che il governo centralizzasse l’acquisto dell’energia da parte dei produttori e ne fissasse un prezzo uniforme a livello nazionale. L’obiettivo ufficiale era stabilizzare le tariffe e garantire prevedibilità a lungo termine per consumatori e investitori. Tuttavia, nella pratica, il sistema si è rivelato lento e burocratico: la negoziazione e la conclusione dei contratti PPA (Power Purchase Agreement) si bloccavano per mesi, generando frustrazione tra sviluppatori e autorità locali.mCon la decisione di abolire il central pricing pool gli sviluppatori potranno negoziare direttamente con acquirenti statali o privati, concordando tariffe liberamente sul mercato, senza passare da un meccanismo centralizzato. Si prevede un’accelerazione significativa nella firma di nuovi contratti, permettendo di sbloccare progetti già pronti ma fermi per motivi amministrativi.
L’India punta così ad aumentare rapidamente la capacità installata di rinnovabili, fondamentale per raggiungere l’obiettivo di 500 GW di energia green entro il 2030. Reuters
2. Grecia combatte nuovi incendi vicino ad Atene
Un incendio sviluppatosi nella periferia di Atene è stato contenuto, ma proseguono le evacuazioni a causa dei venti forti che alimentano le fiamme. Nella cittadina di Keratea, nella parte sud-occidentale dell’area metropolitana, è stata confermata una vittima. I fenomeni meteorologici estremi, in particolare la siccità prolungata, continuano a rendere il Mediterraneo un punto caldo per i disastri climatici.
Reuters
3. Povertà energetica record a New York: tra bollette elevate e crisi climatica
Tra gennaio e giugno 2025, Con Edison, il principale fornitore di elettricità di New York City e della contea di Westchester, ha staccato la corrente a oltre 88.000 famiglie, un numero tre volte superiore rispetto allo stesso periodo del 2024 e pari a circa il 2,5% della sua clientela residenziale. Alla fine del 2024 il debito complessivo delle famiglie verso la compagnia ammontava a 948 milioni di dollari, sceso a 840 milioni a metà 2025, ma ancora ben oltre i livelli considerati gestibili.
La crisi colpisce in modo sproporzionato le comunità a basso reddito e quelle nere, latinoamericane e indigene. I residenti appartenenti a queste fasce hanno più del doppio delle probabilità di essere in arretrato con le bollette e quasi otto volte in più di subire una disconnessione rispetto ai bianchi. In circa un quinto dei casi, chi subisce il distacco dell’energia rimane senza elettricità per più di una settimana, con conseguenze gravi in un contesto di ondate di calore sempre più intense.
Secondo il city comptroller, a New York le morti legate al caldo tra maggio e settembre rappresentano circa il 3% del totale dei decessi annuali. L’aumento dei costi energetici, sommato alla fine dei sussidi emergenziali introdotti durante la pandemia, ha messo in ginocchio famiglie già fragili. Per l’esperta di giustizia energetica Diana Hernández, docente alla Columbia University, le disconnessioni in piena estate rappresentano un atto “completamente disumano”, in grado di mettere a rischio la vita delle persone.
Il city comptroller Brad Lander e la governatrice Kathy Hochul hanno criticato duramente Con Edison, sottolineando la necessità di strategie politiche in grado di evitare che famiglie vulnerabili restino senza elettricità nei periodi climatici più estremi. Attualmente è in vigore una sospensione automatica delle disconnessioni nei giorni di caldo o freddo estremo, attivata in base alle previsioni del National Weather Service, ma la misura appare insufficiente di fronte alla combinazione di crisi climatica e disuguaglianze strutturali.
Questa situazione mette in evidenza come il riscaldamento globale non si limiti a generare eventi meteorologici estremi, ma agisca da moltiplicatore delle disuguaglianze sociali, rendendo la giustizia energetica una questione non solo economica, ma di salute pubblica e di diritti fondamentali. The Guardian
8 agosto 2025
1. UBS abbandona la Net‑Zero Banking Alliance, l’efficacia dell’alleanza in dubbio
La banca svizzera UBS ha annunciato l’uscita dall’alleanza bancaria Net‑Zero Banking Alliance (NZBA), seguendo le precedenti defezioni da parte di Barclays e HSBC. La mossa mette in discussione la credibilità e l’impatto reale dell’organizzazione, nata per allineare il settore bancario agli obiettivi climatici globali. UBS ha indicato che, dopo un ripensamento strategico, proseguirà con politiche climatiche interne e ha ridisegnato la sua leadership sulla sostenibilità. Reuters
2. Il Congo torna a offrire alla trivellazione 124 milioni di ettari di foresta
The Guardian ha denunciato il rinnovato avvio da parte della Repubblica Democratica del Congo di una gara d’appalto per l’esplorazione petrolifera su 124 milioni di ettari del Bacino del Congo, corrispondenti a più della metà del territorio nazionale e includenti foreste intatte e paludi torbiere primarie. Gran parte di queste aree comprende habitat essenziali per specie in pericolo come okapi, bonobo ed elefanti di foresta, oltre al complesso di torbiere della Cuvette Centrale, che immagazzina quantità di CO₂ equivalenti a tre anni di emissioni fossili globali. L’operazione, fatta nel “luogo peggiore del mondo per cercare petrolio”, viene considerata ad alto rischio ambientale, finanziario e sociale. The Guardian
3. Le donne indigene ranger in Malaysia proteggono gibboni minacciati
In Malesia, Sunnyda Yok Nun, ranger indigena della tribù Semai, guida un gruppo di donne nella protezione dei gibboni del Borneo, minacciati da disboscamenti e degrado ambientale. Utilizzando metodi tradizionali di sorveglianza e monitoraggio, garantiscono la sicurezza del primate in habitat sempre più fragili. Una storia esemplare di resilienza ecologica e leadership femminile nella tutela della biodiversità. Reuters
7 agosto 2025
1. BP ha scoperto il più grande giacimento di petrolio e gas degli ultimi 25 anni
Il 4 agosto 2025, BP ha annunciato una scoperta di petrolio e gas nel blocco Bumerangue, situato nella bacino pre-sal di Santos, il più grande ritrovamento aziendale degli ultimi 25 anni. Il pozzo 1‑BP‑13‑SPS ha individuato una colonna di idrocarburi lunga circa 500 metri, all’interno di una formazione carbonatica estesa su oltre 300 km², a una profondità marina di 2.372 metri. BP detiene il 100% dei diritti sul giacimento, acquisito nel 2022 con condizioni particolarmente favorevoli,
Secondo BP, questa scoperta potrebbe trasformarsi in un hub produttivo di grande importanza per l’azienda in Brasile, contribuendo ad estendere la produzione upstream oltre gli anni 2030–2040. I primi test sul sito hanno indicato livelli elevati di CO₂, sollevando interrogativi sulla sostenibilità economica dello sviluppo del giacimento. Petrobras, che gestisce il contratto di produzione del blocco, osserva che la fattibilità di una partnership con BP potrebbe dipendere dalla gestione di questo aspetto tecnico: campi con alto contenuto di CO₂ possono risultare “economic failed”. Ma Gordon Birrell, EVP Production & Operations di BP, ha assicurato di non essere particolarmente preoccupato per questo aspetto. Reuters
2. Inondazioni in Asia: anche con meno caldo il clima estremo persiste
Il Financial Times evidenzia come l’estate stia causando devastazioni inattese in Asia, nonostante un leggero rallentamento delle temperature record globali. Le piogge torrenziali hanno colpito Hong Kong — con allagamenti mai visti a inizio agosto — e l’Uttarakhand indiano, dove numerose persone risultano disperse a causa di frane. Secondo gli scienziati di Copernicus, luglio è stato il terzo più caldo mai registrato a livello mondiale, con la temperatura media annuale ancora a 1,53 °C sopra i livelli pre-industriali. Financial Times
3. La fame globale è guidata dal cambiamento climatico
Al Jazeera riporta le parole di Alvaro Lario, presidente dell’International Fund for Agricultural Development (IFAD): circa 735 milioni di persone nel 2023 hanno sofferto la fame a causa degli impatti climatici. Siccità e piogge anomale hanno ridotto la produzione di riso, caffè, mais e cacao in molte regioni, con effetti particolarmente drammatici in Brasile (arance), Ghana (cacao dimezzato) e Africa australe (mais sotto la media). Lario sottolinea come le soluzioni debbano essere adattate ai contesti locali, favorendo sistemi alimentari resilienti e diversificati. Al Jazeera
6 agosto 2025
1. Grande Barriera Corallina: perdita record del 2024
Un rapporto dell’Australian Institute of Marine Science evidenzia che la Grande Barriera Corallina ha subito il più grave evento di sbiancamento degli ultimi decenni, con una riduzione del 25–30% della copertura corallina vivente nelle zone settentrionale e meridionale. L’evento fa parte di un fenomeno globale che ha colpito l’84% delle barriere coralline mondiali. Gli scienziati lanciano l’allarme: se le temperature oceaniche non diminuiranno affronteranno una minaccia esistenziale. The Guardian
2. Uttarakhand, India: frana distrugge villaggio, decine di dispersi
Una violenta frana ha travolto il villaggio di Dharali, nelle alture dell’Uttarakhand, causata da forti piogge e dall’instabilità del terreno glaciale. Al momento si registrano almeno quattro vittime e oltre cinquanta persone disperse. Le operazioni di salvataggio sono in corso. Eventi come questo evidenziano quanto il ritiro dei ghiacciai nella regione stia aumentando i rischi geologici. Reuters
3. Cina meridionale: monsoni record scatenano frane, alluvioni e focolaio di chikungunya
Le piogge monsoniche più intense degli ultimi decenni stanno provocando devastanti alluvioni e smottamenti nel Guangdong, con strade trasformate in canali d’acqua e oltre 7.000 casi confermati di chikungunya, malattia virale legata alla proliferazione di zanzare in acque stagnanti. Il governo ha stanziato oltre 1 miliardo di yuan per i soccorsi. L’emergenza sanitaria si accompagna a gravi interruzioni infrastrutturali e ad un elevato rischio economico per le aree urbane e agricole coinvolte. Reuters
5 agosto 2025
1. Espansione aeroporti in UK mina la politica green
Polly Toynbee sul The Guardian esprime forti critiche al governo laburista britannico per il sostegno all’espansione dell’aeroporto di Heathrow e di altri scali, come Luton e Gatwick. Nonostante l’investimento in energia pulita e efficienza energetica domestica, queste decisioni annullano i benefici climatici ottenuti finora. L’autrice sottolinea che l’aumento del traffico aereo – per la maggior parte legato al turismo – rende inutili le riduzioni di emissioni previste, e che l’uso di carburanti sostenibili resta limitato a una minima percentuale dell’attuale flotta. theguardian.com
2. Record assoluto di caldo in Giappone: a Gunma toccati i 41,8°C
Il Giappone ha registrato la temperatura più alta della sua storia, con picchi fino a 41,8 °C nella città di Isesaki, prefettura di Gunma. Il forte caldo ha causato oltre 53.000 accessi in ospedale per colpi di calore. Le autorità hanno lanciato allerte nelle prefetture più colpite e promesso supporto agli agricoltori, specialmente nelle zone di produzione del riso, minacciato da siccità e infestazioni di insetti. reuters.com
3. Frana travolge campo sportivo in Svizzera
Un violento temporale in Valle Maggia ha innescato una frana che ha travolto un campo da calcio nel villaggio di Blatten, cancellando la foresta adiacente. Il crollo sarebbe stato provocato dall’aumento delle temperature medie e dal degrado del permafrost, reso instabile da infestazioni di bostrico – coleotteri che attaccano gli alberi indeboliti o caduti, e che possono diffondersi rapidamente causando danni estesi – favoriti da estati sempre più calde. Testimoni e comunità locali denunciano l’assenza di modelli predittivi efficaci. theguardian.com
4 agosto 2025
1. Iran sull’orlo di una crisi idrica: rischio “Day Zero” a Teheran
Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha lanciato l’allarme: Teheran potrebbe rimanere senza acqua entro settembre se non verrà ridotto il consumo quotidiano oltre i limiti attuali. Un calo del 40% delle precipitazioni negli ultimi quattro mesi, unito alla gestione inefficiente delle risorse e all’uso agricolo intensivo, ha spinto la capacità delle dighe a livelli critici. I cittadini consumano in media il 70% in più dell’acqua giornaliera consentita, aggravando una crisi che rischia di diventare irreversibile. reuters
2. Agricoltori ungheresi valutano l’abbandono delle attività a causa della siccità
Nella regione agricola di Homokhátság tra Tisza e Danubio, la siccità persistente ha ridotto drasticamente le produzioni e abbassato i livelli delle falde acquifere. Alcuni apicoltori, tra cui Krisztian Kisjuhasz, hanno dovuto trasferirsi a centinaia di chilometri per salvare le colonie delle proprie api, subendo perdite fino al 30%. Nonostante un intervento del governo con un piano da 5 miliardi di forint per potenziare l’irrigazione, molti agricoltori stanno seriamente considerando il ritiro dalle attività agricole. reuters
3. Bolletta energetica: i consumatori britannici abbandonano le tariffe verdi
I consumatori britannici stanno progressivamente abbandonando le tariffe energetiche “verdi” a favore di offerte più economiche. Un’analisi di The Guardian, basata sui dati della piattaforma uSwitch, evidenzia una caduta drastica: le offerte verdi coprivano il 85% del mercato nel 2022, mentre oggi rappresentano solo il 18% delle tariffe disponibili sul sito di comparazione.
Le tariffe “green”, generalmente più costose perché basate su certificati di origine rinnovabile o accordi diretti con generatori puliti, sono tramontate come scelta prioritaria per molte famiglie. Com’è spiegato dall’analista William Mann‑Belotti di Cornwall Insight, oggi “le credenziali ambientali non sono una priorità rispetto al costo”.
Tuttavia, un elemento positivo emerge dal report: le poche tariffe verdi ancora sul mercato sono spesso più autentiche. La valutazione di uSwitch attribuisce punteggi “oro” o “argento” alla maggior parte di esse, segnando una svolta verso offerte più trasparenti e meno legate al greenwashing, dove prima prevalevano certificati disgiunti dalla produzione reale.
L’analisi del Guardian indica una crisi sistemica: l’enorme aumento dei costi fissi nei consumi e l’incremento delle bollette, amplificati dalla pandemia e dagli shock energetici del conflitto ucraino, hanno spinto le famiglie più vulnerabili a scegliere offerte meno sostenibili ma più economiche. Questa tendenza ha avuto conseguenze sul mercato, costringendo le aziende a ritirare le opzioni verdi meno redditizie. theguardian
3 agosto 2025
1. Democratici USA riducono il dibattito sul Green New Deal
Un’analisi dell’Axios Newsletter evidenzia come il Partito Democratico statunitense abbia quasi eliminato il riferimento al Green New Deal nei suoi messaggi politici, citandolo solo sei volte negli ultimi tre mesi. Il focus è ora su temi come l’energia e i costi per i cittadini, mentre i repubblicani continuano a usarlo come simbolo di inefficacia politica. Questo mutamento segnala una tendenza al riposizionamento strategico sul clima in vista delle elezioni. Axios newsletter
2. Trump e l’EPA: attacco alle fondamenta della regolazione climatica negli Stati Uniti
L’amministrazione Trump, insediatasi nel gennaio 2025, ha avviato un’offensiva sistematica contro le normative ambientali federali che avevano costituito, negli ultimi quindici anni, l’impalcatura legale degli sforzi statunitensi per contenere la crisi climatica. L’azione più clamorosa riguarda l’intenzione dell’Environmental Protection Agency (EPA) di revocare il cosiddetto “Endangerment Finding” del 2009, secondo cui i gas serra minacciano la salute pubblica e il benessere delle generazioni presenti e future.
Questa norma, approvata sotto l’amministrazione Obama, ha rappresentato la base legale su cui poggiavano tutte le regolazioni dell’EPA in materia di emissioni, compresi i limiti per le automobili e le centrali a carbone. La sua abolizione segnerebbe un cambio di paradigma senza precedenti, rendendo di fatto impossibile per l’agenzia imporre restrizioni significative alle emissioni di CO₂ e altri gas a effetto serra.
Secondo Politico, il nuovo capo dell’EPA, nominato da Trump, avrebbe già avviato l’iter interno per la revisione dell’Endangerment Finding, nonostante le forti resistenze di ambienti scientifici e giuridici. La manovra è accompagnata da un report del Dipartimento dell’Energia, reso pubblico a metà luglio, che nega il consenso scientifico sull’origine antropica del riscaldamento globale, minimizza il ruolo dei combustibili fossili e promuove l’uso continuato di carbone e gas.
Le reazioni non si sono fatte attendere. Il New York Times riferisce che oltre 500 scienziati hanno firmato una lettera aperta definendo il documento “un attacco pseudoscientifico alla verità” e “una minaccia diretta alla sicurezza delle persone e alla stabilità climatica globale”. Anche diversi stati guidati da governatori democratici hanno annunciato ricorsi legali, anticipando una nuova stagione di scontro tra governo federale e amministrazioni locali.
Se approvato, l’annullamento dell’Endangerment Finding potrebbe avere impatti globali. Gli Stati Uniti rappresentano ancora uno dei principali emettitori di gas serra al mondo, e un loro disimpegno normativo rischia di minare gli equilibri negoziali in vista della COP30, attesa a Belém, in Brasile, nel novembre 2025.
Questa svolta riporta indietro di almeno un decennio il dibattito climatico americano, ridando voce a posizioni negazioniste che sembravano marginalizzate. Il rischio è che si apra un vuoto normativo che indebolisca anche gli sforzi internazionali, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, dove gli Stati Uniti rappresentano ancora un riferimento politico e tecnico per il disegno delle politiche ambientali. apnews
3. La scienza chiede di dimezzare le emissioni ogni 5 anni per evitare un collasso climatico
Un gruppo di climatologi riuniti a Exeter (UK) ha avvertito che, per restare entro i limiti di +1,5 °C definiti dall’Accordo di Parigi, occorre ridurre le emissioni globali del 12% all’anno in modo da dimezzarle ogni cinque anni. Secondo il principio del Carbon Law, se non si intraprendono azioni immediate e trasformative, cresceranno i rischi di sforare tipping points climatici con effetti catastrofici. reuters
2 agosto 2025
1. Le foreste europee danneggiate mettono a rischio gli obiettivi climatici dell’UE
Un allarme da parte degli scienziati avverte che incendi, siccità, parassiti e disboscamento stanno riducendo drasticamente la capacità delle foreste europee di assorbire CO₂. Poiché il pacchetto verde dell’UE contempla che tali ecosistemi catturino centinaia di milioni di tonnellate all’anno, il loro declino mette sotto stress gli obiettivi di neutralità climatica previsti per il 2050. Diversificare le specie arboree e ridurre il disboscamento sono alcune delle soluzioni proposte. Reuters
2. Anche Barclays esce dalla Net Zero Banking Alliance
La banca britannica Barclays ha annunciato il suo ritiro dalla Net Zero Banking Alliance, citando l’uscita di diversi istituti globali e una perdita di efficacia dell’iniziativa. Barclays conferma comunque il suo impegno a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, evidenziando un aumento di 500 milioni di sterline nel 2024 nei ricavi da progetti sostenibili. Critici parlano di passo indietro in una fase in cui il settore finanziario dovrebbe dare segnali chiari. reuters.com
3. Esplosione di meduse nel Regno Unito, segno di mari riscaldati
Marine Conservation Society segnala un aumento record di avvistamenti di meduse nelle coste britanniche, favorito dalle temperature elevate dei mari registrate in primavera e all’inizio dell’estate. Le specie più numerose includono le “lion’s mane”, le “barrel” e le “compass jellyfish”. Gli esperti sottolineano che l’aumento delle meduse è un indicatore del riscaldamento oceanico — un segnale emblematico dei cambiamenti climatici nei sistemi marini. The Guardian
1 agosto 2025
1. Crisi COP30: costi di alloggio troppo alti per Paesi vulnerabili
Secondo Reuters, l’ufficio climatico dell’ONU ha convocato una riunione d’emergenza il 29 luglio per affrontare l’allarme sui costi di hotel nella città ospitante di Belém (Brasile), dove si terrà la COP30 di novembre. Con circa 45.000 delegati attesi e solo 18.000 camere disponibili, i prezzi hanno superato i 700 dollari a notte, ben oltre il tetto di spesa previsto dall’ONU di 149 dollari. Paesi in via di sviluppo e anche alcune delegazioni europee stanno valutando di ridurre la partecipazione, compromettendo l’equità del vertice. Il governo brasiliano sta cercando soluzioni, come due navi da crociera convertite con 6.000 posti letto aggiuntivi e tariffe negoziate. reuters.com
2. L’Europa e l’autonomia scientifica sul clima
Diversi governi europei stanno riducendo la loro dipendenza dai dati scientifici statunitensi, minacciati dai tagli di Trump alle agenzie come NOAA ed EPA. L’UE ha intensificato investimenti su reti proprie – come il sistema Marine Observation e la rete Argo per osservazione oceanica – nel tentativo di salvaguardare le previsioni sul clima e le analisi ambientali. Si tratta di una svolta strategica che cambia il paradigma della cooperazione scientifica globale. reuters.com
3. La Corte Internazionale di Giustizia apre una nuova era per la giustizia climatica globale
Con un’opinione consultiva storica, la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) il 24 luglio ha stabilito che gli Stati hanno l’obbligo legale di adottare misure efficaci per contrastare il cambiamento climatico, in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e in coerenza con i diritti umani fondamentali. La pronuncia, sollecitata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite su impulso di Vanuatu e di una vasta coalizione di Paesi insulari e in via di sviluppo, rappresenta un punto di svolta per il diritto internazionale ambientale.
Nel suo parere, la Corte ha affermato che il cambiamento climatico “rappresenta una minaccia esistenziale per l’umanità” e che gli Stati sono vincolati a prevenirne gli effetti anche quando le emissioni climalteranti sono prodotte da aziende private operanti nei loro territori. In tal senso, la sentenza amplia il perimetro della responsabilità giuridica, includendo non solo le politiche pubbliche, ma anche la regolamentazione delle attività industriali ad alta intensità emissiva.
Secondo i giudici dell’Aja, il rispetto dei diritti umani – in particolare diritto alla vita, alla salute e a un ambiente salubre – impone agli Stati di agire con la “massima ambizione possibile”, accelerando l’eliminazione graduale dei combustibili fossili e rafforzando le misure di adattamento. In caso contrario, le inazioni potranno essere contestate in sede internazionale, con potenziali conseguenze legali.
La decisione, pur non vincolante nel senso stretto, avrà un impatto significativo sul contenzioso climatico globale: già numerosi tribunali nazionali hanno accolto pronunce ICJ come linee guida interpretative nei giudizi su responsabilità pubbliche e private. Secondo Greenpeace International, il parere rappresenta “una carta fondamentale che i cittadini potranno usare contro governi e multinazionali inadempienti”.
L’opinione arriva in un momento critico, a pochi mesi dalla COP30 in Brasile, dove le tensioni tra Paesi industrializzati e Sud globale stanno crescendo. L’ICJ ha indicato con chiarezza che lo sviluppo sostenibile non può più essere sacrificato sull’altare della crescita economica a breve termine. Per la prima volta, la giustizia internazionale riconosce che l’azione climatica non è solo una scelta politica, ma un dovere giuridico universale. reuters.com
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