Il negazionismo climatico si evolve

Almeno un terzo dei teenager nel Regno Unito crede che la narrazione scientifica sulla crisi climatica sia esagerata. Di pari passo crescono i contenuti sulla piattaforma di Google Youtube che promuovono una nuova frontiera del negazionismo climatico. Lo ha rilevato lo studio “The new climate denial”, pubblicato il 16 gennaio dal Center for countering digital house (Ccdh), che descrive come la propaganda negazionista sia passata dal sostenere che il collasso climatico non sta avvenendo, o non è causato dall’essere umano, a mettere in discussione le soluzioni al riscaldamento globale.

Lo studio di Ccdh ha infatti scoperto che la maggior parte dei video negazionisti su Youtube promuove l’idea che le soluzioni climatiche non funzionino, che la scienza climatica e il movimento climatico non siano affidabili, o che gli effetti del riscaldamento globale siano addirittura benefici o innocui. Le ragazze e i ragazzi compresi tra i 13 e i 17 anni utilizzano Youtube più di qualsiasi altra piattaforma di social media, con il 71% che lo utilizza quotidianamente.

“Gli scienziati hanno vinto la battaglia per informare il pubblico sul cambiamento climatico e le sue cause, ecco perché chi è contrario all’azione climatica adesso cambia in modo cinico il suo focus con l’obiettivo di minare la fiducia screditando le soluzioni e la scienza stessa”, ha dichiarato Imran Ahmed, amministratore delegato del Ccdh.

 

Negazionismo: scettico il 37% dei giovani che utilizza tanto Youtube

I ricercatori hanno raccolto un dataset di trascrizioni di testo da 12.058 video correlati al clima presenti su Youtube, pubblicati da 96 canali nel corso di quasi sei anni (dal primo gennaio 2018 al 30 settembre 2023). Nell’analisi è stato inoltre incluso il risultato di un sondaggio, condotto dalla società “Survation”, che ha rilevato come il 31% dei partecipanti nel Regno Unito di età compresa tra 13 e 17 anni concordasse con la seguente affermazione: “il cambiamento climatico e i suoi effetti vengono intenzionalmente esagerati”. Un dato, questo degli scettici, che sale al 37% tra gli adolescenti che utilizzano la piattaforma per più di quattro ore al giorno.

Il Rapporto, in sostanza, descrive il passaggio dalla “vecchia negazione” al “nuovo negazionismo“. “Questa mentalità si è infiltrata nella politica britannica, con politici di destra che hanno fatto campagna per anni per persuadere il pubblico sugli obiettivi di neutralità climatica, definendoli irrealizzabili e troppo costosi, e sulle tecnologie come le auto elettriche e le pompe di calore sostenendo che non sono una soluzione valida”, ha aggiunto Ahmed.

Evoluzione del negazionismo climatico

Nel 2018 le negazioni basate sulle soluzioni inefficaci proposte dalla scienza costituivano il 35% di tutte quelle presenti su Youtube, una cifra che nel corso del tempo è raddoppiata visto che ora sono la stragrande maggioranza (70%). Al contempo, la quota di vecchie negazioni è scesa dal 65% al 30%.

Tra i canali che promuovono fake news climatiche troviamo, evidenzia il rapporto, Blazetv (1,92 milioni di iscritti), Prageru (3,21 milioni di iscritti) e il canale personale di Jordan Peterson (7,64 milioni di iscritti).

“È ipocrita per le aziende di social media affermare di essere ecologiche e poi monetizzare con le bugie sul clima”, ha infine detto Ahmed, “Le piattaforme digitali dovrebbero rifiutarsi di amplificare contenuti che minano la fiducia nella nostra capacità collettiva di risolvere la sfida più urgente dell’umanità”. Quella del cambiamento climatico.

articolo pubblicato su asvis.it

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Una risposta

  1. 15 Marzo 2024

    […] cambiamento climatico, argomento trattato in modo quantomeno controverso. Nel corso degli anni le fake news sul tema si sono evolute: si è passati dal mettere in discussione la veridicità dell’aumento della temperatura a […]

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